Lacrimogeni in corso Brunelleschi
Questa sera, attorno all’ora di cena, i reclusi del Cie torinese hanno ricominciato a protestare: a uno di loro, difatti, il giudice ha prorogato il trattenimento di altri due mesi, oltre i sei che ha già passato rinchiuso là dentro. Una semplice battitura, più che altro un inizio di protesta. Questo è bastato, però, per far perdere le staffe ai poliziotti di guardia che, forse abituati alla Valsusa, hanno subito sparato qualche lacrimogeno per placare gli animi. Se i reclusi non si sono affatto calmati e han continuato a far baccano ancora per ore, qualche abitante dei palazzi vicini – rimasto intossicato dal gas mentre prendeva il fresco sul balcone – si è addirittura infuriato ed ha chiamato giornalisti e Vigili del Fuoco per protestare contro la polizia.
Poco prima di mezzanotte una trentina di solidali si sono dati appuntamento sotto al Centro e hanno dato vita ad mezz’ora abbondante di battitura, sotto lo sguardo vigile di un paio di gazzelle dei carabinieri che si sono limitati a controllare la scena a distanza. I reclusi, montati sui tetti delle strutture, han fatto casino pure loro e salutato a lungo.
Domattina, qualche particolare in più e gli aggiornamenti.
Aggiornamento 2 settembre. Già dalla nottata, la situazione al Centro è di nuovo tranquilla. Intanto, in mattinata, sono stati trasferiti in corso Brunelleschi un’altra quindicina di ragazzi tunisini provenienti da Lampedusa.
Eccovi il lancio dell’Ansa riguardante i fatti di ieri sera.
«Giovedì sera si sono vissuti momenti di tensione al Cie di corso Brunelleschi. Intorno alle 20 un gruppo di circa trenta immigrati ospiti nell’area rossa del Cie, a quanto si apprende tutti tunisini, ha iniziato a protestare contro le forze dell’ordine lanciando oggetti, vettovaglie, bottiglie e altri oggetti.
E’ stata anche danneggiata la porta di un bagno, e alcuni ospiti del Cie si sono gettati contro il cancello dell’area per tentare la fuga. Solo l’immediato intervento degli agenti, che hanno lanciato alcuni lacrimogeni, ha bloccato la “rivolta”. La situazione si è poi normalizzata, e nessuno è riuscito a fuggire.
Numerosi residenti nelle vie adiacenti, in special modo nel vicino edificio di via Santa Maria Mazzarello, investiti dalla nube causata dai lacrimogeni, e spaventati, hanno chiamato i Vigili del fuoco. Nessuno ha comunque dovuto ricorrere a cure ospedaliere.»
Ed eccovi pure come descrive gli avvenimenti la pagina torinese di Repubblica.
Torino, 2 settembre
«Per i lacrimogeni al Cie piangono i residenti
Un’altra rivolta è scoppiata ieri sera dentro al Cie di Corso Brunelleschi. E anche questa voltai disagi maggiori li hanno avvertitii residenti: almeno una decina di persone infatti hanno accusato bruciore e lacrimazione degli occhi, e irritazione delle mucose, a causa dei fumi dei lacrimogeni arrivati nelle case di chi aveva le finestre aperte.I disordini sono cominciati intorno alle sette di sera: un ospite del centro era convinto di uscire dalla struttura in cui aveva trascorso sei mesi. Quando ha saputo che doveva fermarsi altri 60 giorni, ha dato in escandescenze. La sua protesta ha contagiato almeno una ventina di altri ospiti che hanno danneggiato la porta di un bagno. Con dei calcinacci hanno cercato di abattere il cancello di uscita della loro area (la rossa) e lanciato bottiglie contro le forze dell’ordine. Polizia, carabinieri, e militari hanno reagito con i lacrimogeni. I fumi sono saliti verso via De Sanctis, e via Santa Maria Mazzarello al numero 34. I residenti, spaventati, hanno anche chiamato i vigili del fuoco che sono intervenuti con una squadra speciale del nucleo Nbc Tra le persone che hanno accusato problemi c’ è ad esempio il benzinaio dell’ Agip, o i coniugi Liana e Roberto: «Non si riusciva a respirare, ci siamo spaventati». In questi ultimi giorni ci sono state diverse proteste, alimentate anche dall’esterno.»