Guerra
5 febbraio. Pochissimi oramai si ricorderanno di Mariana, madre di famiglia rumena freddata dalla polizia due anni orsono fuori da un supermercato di Ivrea dentro al quale, in compagnia di tre suoi connazionali, aveva appena sottratto alcune bottiglie di alcolici. Il poliziotto che l’ha uccisa, al tempo, aveva dichiarato di aver sparato perché la macchina sulla quale viaggiava la vittima stava per investirlo, proprio nel mentre lui intimava l’«alt» ai fuggiaschi: eh sì, perché lui e i suoi colleghi avevano optato per una sorta di “agguato al taccheggiatore”, così, tanto per giocare ai cow-boys. Allora, questa storia allucinante era stata ignorata pressoché da tutti – antirazzisti e rivoluzionari compresi. Ora, che il processo è in corso e sono stati resi pubblici i risultati delle perizie, sta venendo fuori un racconto diverso. Nessuno aveva provato ad investire i poliziotti, che hanno quindi sparato a freddo e senza altro motivo che adempiere fino in fondo la propria missione: fare la guerra ai proletari.