Parola di sbirro
“A luglio, quando siamo stati in visita in quello che ancora era il Centro di Accoglienza e Riconoscimento di Asilo (C.A.R.A.) di Restinco (Br), quasi come se stessimo esprimendo una triste profezia avevamo detto che, per quanto buone e dignitose fossero le condizioni dei luoghi, ci sarebbe stato certamente bisogno di un incremento considerevole dei colleghi impegnati quando, di lì a poco, la struttura fosse divenuta un Centro di identificazione ed espulsione (C.I.E.). Oggi, purtroppo, registriamo l’ennesima conferma dell’attualità dei pericoli che i garanti della sicurezza corrono nell’espletamento dei servizi presso i centri per immigrati. Le proteste in questi luoghi, sempre più violente, scoppiano ad ogni piè sospinto, ed è ora che vengano assunti seri provvedimenti. Adesso, senza se e senza ma, senza attendere che ci scappi il morto per poi piangere litri di lacrime di coccodrillo”.
“Non si può ignorare la gravità di quanto accaduto, specie per le modalità della rivolta che ha visto gli immigrati farsi strada con il lancio di sassi e di oggetti contundenti, tra cui un estintore, prima di ingaggiare una lotta corpo a corpo con le forze dell’ordine. Alcuni tutori della sicurezza sono rimasti feriti, per fortuna lievemente, ma sarebbe potuta essere una tragedia. Chi è stato all’interno di queste strutture sa quale tagliente tensione vi si respira costantemente; quanta rabbia repressa sia pronta ad esplodere all’improvviso; quanto drammatica sia il più delle volte la disparità numerica tra i rappresentanti delle Forze dell’Ordine ed i soggetti che possono aggredirli da un momento all’altro in qualsiasi maniera. E’ veramente assurdo lasciare i colleghi così, abbandonati a se stessi, come dentro ad un’arena nella quale debbono restare vivi come possono, senza poter fare affidamento su quelle garanzie minime di sicurezza che lo Stato dovrebbe assicurargli”.
L’ha detto Franco Maccari, il segretario generale del COISP, uno dei tanti sindacati della Polizia italiana, il 12 settembre 2009. Ci pare di capire che a Brindisi, domenica scorsa, le guardie si siano cagate sotto sul serio.