Brembio
Dall’altro lato della macchina delle espulsioni, dovreste saperlo, ci sta un capannone che spunta dalla nebbia, con dei camion che entrano e che escono senza fermarsi mai. Ci stanno anche dei campi sotto al sole, per carità, o delle bestie da portare al pascolo, oppure ancora le urla di un mercato affollato, o soltanto entrate secondarie di ristoranti e rosticcerie. Ci stanno luoghi, insomma, dove la condizione servile è la condizione sociale diffusa.
Badate bene, non stiamo parlando per metafore: il legame tra contratto di lavoro, fedina penale e permesso di soggiorno fa riemergere rapporti sociali premoderni, feudali, perché è la fedeltà al Signore a garantire ai servi il proprio stato, con quel po’ di prerogative che questo comporta. Ribellarsi al Signore, non accettare più le condizioni di lavoro e di vita che questi ci propone vuole dire perderne la “protezione”, non essere più di nessuno ed essere messi al bando. «Il contratto di lavoro rende liberi»? Di più: «il contratto di lavoro ti mette al mondo», garantisce in qualche maniera il tuo posto nel mondo. Con il sigillo dei Centri e della macchina intera delle espulsioni, il capitalismo ultratecnologico fa l’occhiolino al feudalesimo, e lo fa senza tanti sensi di colpa: con buona pace della teoria liberale e di tutte le vecchie menate sui diritti.
Quando un uomo in divisa dice ad un operaio che blocca i cancelli «togli il picchetto o ti denuncio e addio permesso di soggiorno», lo sta richiamando alla sua condizione servile, senza tanti fronzoli e con schiettezza questurina. E quando il servo non si muove, insiste, e testardamente continua a tenere la posizione sta facendo qualcosa di più che portare avanti la sua lotta personale: sta facendo un discorso a tutti, ci sta in qualche maniera invitando a scendere in campo anche noi che guardiamo.
Tutto questo per invitarvi a Brembio. Dopo le cariche e gli arresti del 30 dicembre e dopo un picchetto che ha di fatto costretto la Fiege ad interrompere le operazioni di carico e scarico per tutta la giornata del 31, dopo la scarcerazione dei due arrestati ed un incontro in Prefettura durante il quale i sindacati confederali hanno riprovato a prendere il controllo della situazione rimangiandosi l’accordo-pacco di quandici giorni fa, i 35 di Brembio hanno lanciato un appello per un nuovo appuntamento di lotta, per le 5,30 di lunedì mattina. Sta a noi dar loro ascolto.
Leggi un riassunto della vicenda, con l’appuntamento e le indicazioni per raggiungere Brembio.
Ascolta il racconto e l’appello di Fabio, del Comitato antirazzista milanese:
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