Sotto il naso, due volte
Che il Cie di Gradisca fosse un colabrodo, lo si sapeva già da tempo. Ma questa volta si può dire che i reclusi gliel’hanno fatta veramente sotto il naso, alle guardie del Centro. Approfittando del fatto che, per punizione, erano stati chiusi a chiave nelle celle, e che la porta non veniva aperta neanche per portare il cibo, alcuni di loro si sono messi tranquillamente al lavoro per praticare un bel buco nel soffitto. Da lì, hanno provato a scappare in 20: purtroppo ci sono riusciti solo in 9, però…
…però mentre la polizia era fuori dal Cie a caccia di evasi, dopo alcune ore dalla prima evasione, altri 3 sono riusciti a scavalcare il muro e a far perdere le proprie tracce! Proprio sotto il naso delle guardie, appunto. Con gran divertimento di chi non è riuscito a scappare e che, evidentemente, sa che la prossima volta potrebbe essere quella buona.
Ascolta la gioiosa diretta di un recluso al telefono con Radio Blackout.
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2010/07/gradisca_evasione_29luglio2010.mp3]
Poi leggi l’articolo del MessaggeroVeneto di oggi, 29 luglio 2010 e leggimi in francese.
«Sei immigrati clandestini sono riusciti a fuggire, in pieno giorno, dal Cie di via Udine. Un bilancio ancora ufficioso considerando che, a ieri sera, erano ancora in corso sia gli accertamenti interni sia le ricerche nella campagna limitrofa alla struttura da parte delle forze dell’ordine. A quanto si è potuto apprendere, l’ennesimo tentativo di fuga di massa dal centro di identificazione ed espulsione isontino sarebbe scattato nel primo pomeriggio, poco dopo le 15, coinvolgendo circa una ventina di immigrati, riusciti a raggiungere il tetto della struttura forzando alcune grate in ferro posizionate sul soffitto di una camera. Un’azione fulminea che, sfruttando il mancato ripristino dei sistemi elettronici di sorveglianza (telecamere e sensori di passaggio a infrarossi erano stati pesantemente danneggiati nel corso della rivolta della scorsa settimana), avrebbe consentito ai clandestini di cogliere inizialmente di sorpresa le forze dell’ordine impegnate nel servizio di vigilanza. Nel corso dell’azione sei immigrati sarebbero riusciti a scavalcare le recinzioni esterne e dileguarsi nei campi retrostanti al Cie mentre per altri ospiti della struttura di via Udine il sogno di libertà si è infranto proprio a un passo dalla meta, grazie all’intervento delle pattuglie di vigilanza, riuscite a bloccarli proprio mentre stavano scavalando il reticolato. Un’altra decina di clandestini, invece, avrebbe desistito facendo autonomamente ritorno nelle camerate.»
Juste sous leur nez, deux fois
Que le centre de rétention (CIE) de Gradisca soit une passoire, on le savait depuis longtemps. Mais cette fois, on peut dire que les retenus ont réussi à s’évader sous le nez des gardes. Profitant du fait qu’ils avaient été enfermés dans les cellules par punition, et que la porte ne s’ouvrait jamais, même pas pour leur passer à manger, plusieurs retenus se sont mis tranquillement au travail pour faire un beau trou dans le plafond. Ils ont ensuite tenté la fuite à 20. Malheureusement, seuls 9 y sont parvenus, mais…
… mais pendant que la police était dehors à la chasse aux évadés, plusieurs heures après la première évasion, 3 autres retenus ont réussi à franchir le mur d’enceinte avant de disparaître ! Juste sous le nez des gardes. Au grand plaisir de ceux qui n’ont pas réussi à s’échapper et qui savent, évidemment, que la prochaine pourrait être la bonne.
NdT : un article du journal local (il Messaggero Veneto du 29 juillet 2010) précise que la première évasion ” a impliqué une vingtaine d’immigrés qui ont réussi à atteindre le toit du centre en forçant plusieurs grilles de métal situées au plafond d’une chambre. Un action rapide qui a exploité l’absence des systèmes électroniques de surveillance (caméras et détecteurs de présence à infra-rouge), fortement endommagés lors de la révolte de la semaine dernière (celle du 17 juillet).”
(da Cettesemaine)
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