Sputi, schiaffoni e bocche chiuse
Si continua a mangiar male dentro al Cie di Gradisca, nonostante le proteste, le petizioni e gli scioperi della fame che vanno e vengono. Tanto male da provocar mezze ribellioni. Come l’altra sera, che il cibo faceva talmente schifo che i reclusi se la sono presa con gli operatori di Connecting People e l’infermiere di turno: insulti, sputi e bottigliette di plastica che volano. Gli operatori, da parte loro, non sanno più che pesci pigliare e un giorno sì e l’altro pure lo passano a far le vittime con i giornalisti. Ai giornalisti, ovviamente, raccontano solo degli schiaffoni che si buscano ogni tanto da qualche recluso ma non raccontano perché mai i reclusi ogni tanto glieli diano, questi schiaffoni, né tantomeno raccontano delle bastonate che distribuisce a destra e a manca la polizia: insomma, sulle condizioni concrete di vita nel Centro le loro bocche sono belle chiuse. Da qualche giorno, per esempio, dentro alle gabbie che loro contribuiscono (a volte con scarsi risultati) a tener chiuse c’è un ragazzino, che avrà sì e no sedici anni: ma questo, gli operatori, non l’hanno raccontato a nessuno.