Vertici e giri di vite

«Dopo le fughe di immigrati fatte registrare nelle ultime settimane, saranno rafforzate le misure di prevenzione e vigilanza al Cie di Gradisca d’Isonzo (Gorizia). Lo ha deciso oggi il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica nel corso di una riunione, presieduta dal Prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu. Ai lavori hanno anche partecipato il Questore del capoluogo isontino, Pier Riccardo Piovesana, il Procuratore capo Caterina Ajello, i responsabili militari che curano la vigilanza del centro, i referenti della Connecting People – l’ente che gestisce i servizi del Cie – e i comandanti provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco. Dopo aver ottenuto il via libera dal Viminale, la Prefettura di Gorizia sta completando le procedure per l’affidamento dei lavori di potenziamento delle difese passive della struttura gradiscana.»

Agi

«Le tensioni interne al Cie ci sono, inutile negarlo. Lo ammette anche il questore e per questo è pronto a prendere provvedimenti urgenti (ieri mattina c’è stato un incontro tra i funzionari) e a rafforzare la vigilanza del Centro di via La Marmora. “C’è fibrillazione per il prolungamento di alcune permanenze e per lungaggini burocratiche relative a coloro che hanno chiesto asilo politico”, spiega Salvatore Margherito. Insomma, la normativa ‘maldigerita’ che prevede la permanenza fino a 180 giorni sta creando scompiglio e malcontento. Lunedì notte alcuni clandestini hanno innescato una rivolta: in tre intorno alle 2.20 hanno scavalcato il cancello del primo blocco e sono arrivati nel cortile interno dove hanno girovagato per venti minuti senza che nessuno si accorgesse di nulla. “Abbiamo aggiornato alcune disposizioni interne di sicurezza. Stiamo monitorando la situazione e intensificheremo i controlli”, aggiunge il questore che sulla rivolta spiega: “Il Ramadan ha dato modo a molte delle persone all’interno del Centro di riunirsi per motivi religiosi e c’è chi ne ha approfittato per incitare gli altri alla rivolta”. Ma le tensioni, spiega il questore, ci sono in tutti i Cie d’Italia. Ovunque c’è uno ‘zoccolo duro’ di clandestini che, con condanne alle spalle e nulla da perdere, spronano gli altri. Uno dei tre clandestini che ha scatenato le tensioni l’altra notte è già stato identificato dalle telecamere mentre gli altri due lo saranno a breve. Per tutti e tre scatterà la denuncia. Intanto Daniele Giovanardi, responsabile della Misericordia che gestisce il Cie, invita a non parlare del Centro solo quando le cose vanno male e i clandestini bruciano i materassi o scatenano il caos. “Il problema va affrontato quotidianamente”. Come? “Dando la parola ai cittadini. O questi clandestini vengono rimessi in libertà in attesa dell’identificazione o restano nei Cie e vanno controllati. Una scelta questa che penso debba fare il cittadino. Finché c’è una legge, la rispettiamo”. La situazione al Cie è tornata alla normalità. “E’ rientrato anche lo sciopero della fame che alcuni detenuti avevano annunciato”, spiega la direttrice Lombardo. “Le tensioni? Tutte le strutture i questo tipo le hanno. Sono cose che si ripetono ciclicamente”.»

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