Incendi e rivolte a Bari

Un incendio si e’ sviluppato poco fa in uno dei “moduli” del Cie di Bari, il Centro di Identificazione ed Espulsione immigrati, di via D’Annunzio, alla periferia della citta’ e nei pressi della “Cittadella” della Guardia di Finanza, vicino l’Aeroporto. Dalle prime notizie non ci sarebbero feriti, ma un gruppo di stranieri si sarebbe barricato in uno dei locali. Sul posto stanno intervendo i Vigili del Fuoco.

(AGI) – Bari, 18 nov.

Un gruppo di ribelli ha tentato la fuga dal Cie (centro di identificazione ed espulsione) di Bari dopo aver appiccato il fuoco all’interno di due moduli abitativi. E’accaduto nel tardo pomeriggio. Il fuoco è stato alimentato – secondo i primi accertamenti – da materassi e altro materiale infiammabile. Un bagno è andato distrutto mentre l’altro è inagibile a causa dell’incendio.

Durante le fasi della rivolta due poliziotti sono rimasti feriti alle mani per la colluttazione gli immigrati. Qualche ora prima avevano tentato una fuga finita con l’arresto di due ospiti della struttura. Sono accusati di incendio e danneggiamento. Per sedare la sommossa sono intervenute pattuglie della polizia, dei carabinieri, della finanza, due squadre dei vigili del fuoco e 2 ambulanze del 118 di supporto. Sono in corso indagini per identificare tutti quelli (sarebbero circa una decina) che hanno partecipato alla sommossa.

 Il Corriere del Mezzogiorno

e due giorni fa…

Rivolta al Cie gli immigrati salgono sui tetti

SONO saliti sui tetti e hanno cominciato a gridare “libertà, libertà”. Ennesima rivolta la scorsa notte all’ interno del centro di identificazione ed espulsione al quartiere San Paolo di Bari. Protagonisti della sommossa ventiquattro immigrati algerini e tunisini. Poco prima delle 21 gli extracomunitari si sono arrampicati sui tetti dei moduli abitativi e hanno dato vita alla protesta. Per quasi quattro ore sono rimasti asserragliati in cima alle costruzioni chiedendo di essere rilasciati. Sul posto sono dovuti intervenire, per cercare di sedare la rivolta, i funzionari dell’ ufficio immigrazione della Questura di Bari e della Digos. Dopo l’ una di notte la situazione è ritornata alla normalità: i ventiquattro magrebini sono scesi e sono rientrati nei dormitori. Al momento sono 112 gli immigrati detenuti nel Cie di Bari. La capienza è stata ridotta di quasi 80 unità, rispetto alle 196, a seguito del danneggiamento di tre moduli abitativi durante la violenta rivolta del 30 luglio scorso. Quella notte cinquanta tunisini, marocchini e palestinesi misero a ferro e fuoco gli alloggi bruciando i materassi e distruggendo le telecamere di videosorveglianza. Ad ottobre poi ci sono stati altri due casi di proteste violente. In tre mesi però, nonostante lo stanziamento di fondi straordinari pari a 700mila euro, il sistema di videosorveglianza non è stato ancora ripristinato. A denunciarlo in una nuova lettera al Ministro dell’ Interno Roberto Maroni è il parlamentare barese del Pd Dario Ginefra. “Nonostante le migliorie promesse, il centro rimane a tutt’ oggi un luogo tutt’ altro che sicuro sia per gli ospiti sia per le forze dell’ ordine, così come dimostrato dai nuovi disordini. Per questo le richiedo la massima collaborazione affinché prenda in considerazione l’ ipotesi di una chiusura del Cie di Bari sino a quando non verranno garantiti standard di sicurezza idonei alla sua riapertura”.(fr. ru.)

Repubblica — 16 novembre 2010