Libero Samir, arrestato Abdel

Una buona notizia. Samir, l’ultimo dei senza-documenti finiti in corso Brunelleschi dopo essere stati rastrellati a Brescia all’alba dell’8 novembre scorso è stato liberato pochi minuti fa. Come ricorderete tutti gli altri suoi compagni di prigionia sono stati deportati dopo solo una settimana grazie alla smania bestiale di vendetta di un certo ministro degli Interni e al servilismo indegno di un certo governo nordafricano.

E ora una cattivissima notizia, da Milano. Questo pomeriggio anche gli ultimi due ragazzi che da quasi un mese erano asserragliati su di una ciminiera in via Imbonati a Milano sono scesi. Uno di loro accusava delle forte coliche renali e non ce la faceva più a  resistere. La polizia l’ha dunque fatto scendere e portato in ospedale, al Niguarda. Lì, da quello che dicono, il medico aveva richiesto il suo ricovero perchè il ragazzo stava proprio male. Invece i solerti tutori dell’ordine, su ordine di Maroni e del suo prode sciacallo De Corato, non ritengono opportuno lasciare troppo tempo il giovane in ospedale, col rischio che qualche medico sovversivo decida di dimetterlo senza averli prima consultati, come era successo qualche giorno prima con l’altro ragazzo. Così forzano le dimissioni e se lo portano via.

I compagni e gli immigrati che erano in presidio sotto la torre alla notizia partono in corteo non autorizzato verso la Questura centrale di Milano. All’inizio la polizia dice di non sapere niente, poi ammettono di avere il ragazzo nei loro locali. Si forma un presidio di una sessantina di persone davanti allla questura. Arrivano camionette di celere che spingono i compagni in malo modo sul marciapiede, dividendoli in due gruppi. A quel punto però sembra certa la notizia che il ragazzo sia già stato portato al Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli.

Aggiornamento 3 dicembre. L’udienza di convalida del trattenimento nel Cie di Abdel si terrà alle 11 di questa mattina. Nello stesso momento, i solidali saranno impegnati in un presidio di fronte al Consolato del Marocco. Sabato, invece, ci sarà un corteo.

Ascolta il racconto della discesa dalla torre trasmesso da Radio Blackout:

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Aggiornamento 3 dicembre, ore 13. In un’aula blindatissima, tra agenti della Digos, polizia e carabinieri, il Giudice di Pace di Milano ha convalidato il trattenimento di Abdel.

Ascolta il commento dell’Avvocato Eugenio Losco:

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2010/12/losco_su_abder_3_dicembre.mp3]

Aggiornamento 3 dicembre, ore 23,00. Subito dopo l’udienza con il Giudice di Pace, Abdel è stato trasferito al Cie di Modena, sempre scortatissimo, mentre il presidio previsto in mattinata di fronte al Consolato del Marocco si è trasformato in un incontro tra una delegazione di solidali e il Viceconsole. Per domani, sabato 4 dicembre, è previsto un corteo che partirà alle 14,30 da via Imbonati.

Leggi il comunicato del Comitato antirazzista milanese.

La Torre di via Imbonati costretta alla resa
Ma il  presidio rilancia con una manifestazione per domani 4 dicembre

La vicenda della torre di via Imbonati si è chiusa con il solito colpo basso della questura. Con un comunicato degli immigrati era stata infatti annunciata la disponibilità a scendere in cambio di garanzie precise nei confronti di Abdel, ancora in attesa di sanatoria (già, quella truffa) e cioè: semplice identificazione e immediato rilascio, in attesa che il suo caso venisse esaminato insieme a tutti gli altri presentati proprio questa settimana dal Comitato Immigrati, all’interno della vertenza che, partita da Brescia, proseguita poi a Milano, si sta sviluppando da ormai un mese e mezzo.
Su queste basi si avvia così una trattativa (anch’essa truffa) che sulla carta prevedeva appunto un controllo ospedaliero (con eventuale ricovero se ritenuto necessario), l’identificazione e poi il medesimo trattamento riservato qualche giorno fa ad Amjad (l’immigrato egiziano sceso qualche giorno fa in seguito ad un forte malore) cui era stato consegnato un invito a presentarsi in questura per regolarizzare la sua posizione sul territorio italiano.
Invece le cose vanno diversamente. Abdel viene piantonato per tutto il tempo (poco, in verità) necessario a firmarne le dimissioni dall’ospedale e quindi portato direttamente nel CIE di via Corelli, passando per il frettoloso rigetto di quella domanda di sanatoria in cui aveva sperato, insieme agli altri del presidio, attraverso “la protesta della Torre”.
Questa mattina, in fretta e furia, è stato convalidato il suo trattenimento al CIE e, altrettanto immediatamente, trasferito al CIE di Modena, dove resta in isolamento, piantonato da 5 poliziotti
Evidentemente le pressioni di Maroni e De Corato avevano fatto pendere la bilancia verso un “pollice verso”, con una sanzione mirata necessaria a far capire agli immigrati (e non solo) che chi osa alzare la testa, anche solo per rivendicare il diritto ad un esistenza dignitosa e non di schiavitù, deve pagare un prezzo di persona.
Non vi è alcun dubbio che si tenterà l’impossibile per fermare la macchina delle deportazioni pur sapendo che il meccanismo, ormai ben oliato, è difficilmente scalfibile; tanto più in questo caso dove alla “normale” e mortifera macchina politica delle espulsioni si affianca l’esigenza di punire chi si è ribellato.
La cronaca potrebbe anche fermarsi qui. Fermarsi alla descrizione dell’ennesima vicenda che vede la vita schiacciata dal connubio delle esigenze di controllo dello stato e i voraci interessi del capitalismo; tanto più oggi che una crisi mondiale pressoché irreversibile, riporta i padroni alla loro esigenza primordiale: il controllo di una sterminata massa di proletari resi schiavi dal sistema della guerra permanente, sociale, politica, militare e soprattutto da condurre in maniera esclusivamente unilaterale.
Un sopruso che a nostro avviso rappresenta una sconfitta bella e buona (sia per la repressione contro Abdel, sia per le modalità con cui è caduto il simbolo di questa battaglia) tale da mettere in serio pericolo il futuro di questo embrionale movimento degli immigrati.
Ma se la sconfitta sarà definitiva o meno, crediamo che saranno gli avvenimenti a determinarlo e, ci si consenta un pizzico di volontarismo, la determinazione e la consapevolezza politica dei suoi protagonisti diventerà in qualche modo decisiva

 

Con questo intento e con l’obiettivo di sostenere Abdel contro la sua possibile imminente deportazione, supportati dalla volontà di continuare la lotta espressa dall’assemblea di stasera, aderiamo e rilanciamo la giornata di mobilitazione di domani sabato 4 dicembre 2010. L’appuntamento è fissato per le 14,30 al presidio di via Imbonati.