Plenipotenziari
È da poco passata l’ora di pranzo quando il signor Roberto, il plenipotenziario del “ras delle soffitte” torinese Giorgio Molino, si presenta sul ballatoio di una fatiscente palazzina in mezzo al quartiere Aurora. È accompagnato da quattro agenti di polizia e da un Ufficiale giudiziario giacché deve eseguire uno sfratto e non vuole perdere troppo tempo. Oggi deve buttar fuori una famiglia di origine straniera alla quale per vari anni aveva affittato un bilocale scrostato ed ammuffito per più di quattrocento euro al mese; poi, quando la famiglia ha smesso di pagare, la proprietà Molino ha iniziato la procedura di sfratto immediatamente e ora – dopo le notifiche, i passaggi in Tribunale e le ulteriori ingiunzioni e notifiche di rito – è finalmente l’ora di riavere le chiavi. Il signor Roberto, però, ha sbagliato i conti giacché da dietro la porta sul ballatoio spuntano un po’ di solidali, e anche quei tipi che se ne stavano alla fermata del tram… si scopre essere amici degli sfrattati. Gli agenti sono sottonumero e si ritirano in strada, fan finta di chiamare i rinforzi e poi capitolano, limitandosi a passare il comando alla polizia politica accorsa nel frattempo. È una scena tutto sommato abituale in questi angoli di città, dove la prassi di sospendere gli sfratti ha costretto la resistenza a stare nascosta, per comparire a sorpresa solo per evenienze estreme. Ma la situazione che si crea è bizzarra, giacché per una volta l’Ufficiale giudiziario non scappa a gambe levate ma rimane lì impallato ben protetto dagli agenti che non sanno bene cosa fare. Così, un deejay di Radio Blackout ha il tempo di intervistare il signor Roberto, che ovviamente nega di essere chi è, si inventa proroghe mai concesse, dimentica di essersi visto l’ufficio occupato per protesta poco più di un anno fa e sostiene addirittura di non sapere quasi cosa sia uno sfratto:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2013/11/roberto-non-sa-niente-di-sfratti.mp3]Proprio mentre l’Ufficiale Giudiziario si decide a compilare il foglio della proroga – il prestampato abituale non se l’era nemmeno portato dietro, convinto com’era di eseguire lo sfratto senza difficoltà – la confusione di fronte al portone attira altri vicini di casa. Si scopre così che gli appartamenti del palazzo – interamente di proprietà di Giorgio Molino – son tutti in pessime condizioni, che gli affitti son tutti alti e che il signor Roberto presto ripasserà per cacciare in strada altre famiglie in ritardo coi pagamenti:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2013/11/molino-e-cattivo-con-noi.mp3]Niente di nuovo sotto al sole della Barriera di Milano, giacché sono sessant’anni che la famiglia Molino fa affari sugli ultimi arrivati in città. Pugliesi o siciliani, rumeni o marocchini, basta che ci sia del sangue da succhiare. I padroni, si sa, non fanno discriminazioni di razza, e il signor Molino non è da meno.