Le soddisfazioni di Bubbico, la faccia di Napolitano
Dopo la partita di calcetto dentro a Ponte Galeria della settimana scorsa Filippo Bubbico – già esponente del Pci, poi dei Ds e ora viceministro degli Interni in quota Pd – ha continuato ieri il suo giro nei Centri per senza-documenti dello stivale. Nel corso della mattinata è riuscito a far visita al Cie di Trapani Milo, al Cara di Salinagrande e al Centro di Accoglienza “Serraino Vulpitta” di Trapani (dove, chiuso il Cie, ora stanno i richiedenti asilo). La situazione secondo Bubbico? «Soddisfacente», quello trapanese sarebbe un «modello di accoglienza importante da replicare in altre parti del Paese».
Probabilmente, gli alti papaveri che hanno accompagnato Bubbico in gita si saran scordati di segnalargli che a Milo la scabbia ha contagiato almeno una ventina di reclusi, e che la situazione dentro le gabbie è talmente rilassata che appena tre giorni fa un prigionero ha minacciato di impiccarsi di fronte ad un senatore in visita; che all’inizio della settimana scorsa un gruppo di profughi, esasperati dai tempi dei trasferimenti, si è barricato dentro al Cara di Salinagrande; e che giusto un mese fa i richiedenti asilo del Serraino Vulpitta hanno bloccato la strada di fronte al Centro per ore, con cassonetti e masserizie varie, per protestare contro le lungaggini della Commissione umanitaria, la scarsa qualità del cibo e la precaria assistenza medica.
Tanta è stata la soddisfazione di Bubbico per la passeggiata trapanese, che ha spiegato ai giornalisti quel che intende il Partito Democratico per “superamento dei Cie”: ridurre i tempi di permanenza per evitare di ingolfarli «considerato che l’identificazione si realizza nei primi due mesi». Insomma: ricondurli alla loro «piena funzionalità». Un sostanziale ritorno allo “spirito” dei Cpt, come del resto aveva già spiegato di fronte al Consiglio d’Europa.
E se si parla di ritorno ai Cpt non si può non citare Giorgio Napolitano che, giusto una settimana fa, ha avuto la faccia tosta di far dire ai prigionieri di Ponte Galeria che lui comprende la loro sofferenza e il loro dolore, e che auspica pure lui un accorciamento dei tempi di trattenimento nei Centri. Senza specificare però di essere quello che, insieme a Livia Turco, detiene il copyright dell’infamia dei Centri per senza-documenti in Italia: le gabbie che i prigionieri sognano ogni giorno di scavalcare le ha inventate lui.
Giocata la partita di calcetto con Bubbico, letti i messaggi del Presidente, ascoltate le promesse dei parlamentari e le lamentazioni degli attori alla moda, i questurini di Ponte Galeria hanno cominciato a fare quel che comunque dovevano fare: stamattina hanno impacchettato due dei protagonisti della protesta delle bocche cucite e li hanno rispediti in Marocco. A quanto pare presto toccherà agli altri. In solidarietà con i deportati, dentro al Centro è subito montata la protesta e tutta la sezione maschile ha iniziato uno sciopero della fame.