Sgomberi ordinari e strane occupazioni
È passato poco meno di un mese dall’occupazione da parte di alcuni compagni di due appartamenti nelle case popolari di via Aosta, nel bel mezzo del quartiere Aurora. Come ricorderete, al tempo, sia il presidente dell’Atc Mazzù che il consigliere di Fratelli d’Italia Marrone si erano affrettati a chiederne lo sgombero immediato: il primo sostenendo che era un problema di “equità sociale”, giacché impossessandosi di quegli appartamenti gli occupanti li avrebbero sottratti a chi ha partecipato regolarmente al bando ed attende invano l’assegnazione; il secondo aggiungendo pure che, essendo gli occupanti degli anarchici, li avrebbero sicuramente trasformati negli ennesimi “covi” di sovversivi del quartiere. Da parte sua, la Questura si è presa qualche settimana per organizzarsi e ha accontentato volentieri l’alto funzionario e il trombone fascista: giusto l’altroieri, alle prime luci dell’alba, diverse camionette hanno chiuso in due tratti via Aosta isolando la zona; dopo di che gli agenti hanno provveduto a buttare giù le porte tirando fuori dal letto gli assonnati occupanti che, dopo l’identificazione di rito, sono stati velocemente allontanati. Il mobilio è stato altrettanto velocemente portato alla discarica più vicina grazie alla collaborazione di una cooperativa di facchinaggio, la Cfp, che al momento dell’irruzione si trovava già sul posto insieme alla polizia. Le strade sono rimaste chiuse per diverse ore ancora, in attesa che gli alloggi fossero ben chiusi e blindati affinché nessuno possa più rientrarci. Insomma, uno sgombero muscolare in piena regola, non la faccenda di vigili urbani cui ci ha abituato (con le dovute eccezioni, ovviamente) l’Atc quando parte a caccia di abusivi. Da parte loro, al di là delle camionette della polizia, gli sgomberati e i loro amici han passato la mattina a volantinare ai passanti, e nel pomeriggio si sono spostati al Cecchi Point per rompere le scatole a progettisti della Lavazza ed assessori impegnati ad illustrare di fronte ad un magrissimo pubblico il proprio contributo alla riqualificazione del quartiere.
Ascolta un racconto della mattinata, trasmesso sulle onde di Radioblackout:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2015/04/sgombero-_via-aosta.mp3]
Come al solito in questi casi, alcuni giornalisti si sono inventati di sana pianta una certa avversione dei vicini di casa ai nuovi arrivati e, contemporaneamente, si son dimenticati di notare come questi ultimi in realtà non avessero sottratto proprio niente a nessuno visto che in quel complesso di appartamenti vuoti ce n’erano parecchi e da parecchio tempo, alcuni dei quali in attesa proprio di quei “lavori di manutenzione” che non iniziano mai e che fanno sì che una fetta consistente delle proprietà dell’Atc rimangano inutilizzate. Le menzogne e le dimenticanze dei giornali e di Mazzù sono di certo legate a un problema di “equità sociale”, ma in un senso ben diverso da quel che viene dichiarato: la loro preoccupazione è che la gente, questa “equità”, cominci a pretenderla per davvero, o addirittura a costruirsela con le proprie mani, disturbando il sonno e gli affari di enti che ben poco possono e vogliono fare per alleggerire il problema abitativo in città. Lo spettro dell’autunno milanese preoccupa, e impone preventivamente la maniera forte.
Da notare, poi, come proprio mentre la polizia sgomberava gli appartamenti di via Aosta i fascisti di Marrone occupavano l’ex scuola materna di via Pinelli per trasformarla, a detta loro, in una casa per sfrattati. O meglio, in una casa per italiani sfrattati visto che tutti gli sforzi di Fratelli d’Italia sono concentrati a mettere uno contro l’altro i vari pezzi di proletariato cittadino per ritagliarsi, in futuro, un ruolo di punta nella guerra tra poveri che verrà e, nell’immediato, il ruolo più modesto di mediatori tra i pochi occupanti di razza pura e le istituzioni cittadine: sono troppo lontani – trent’anni o giù di lì – i tempi in cui si poteva diventare sindaci (anche) per questo, e sicuramente Marrone non nutre troppe illusioni. Ma dei vantaggi comunque rimangono, e non è un caso che quando si parla delle sue occupazioni, Marrone butti sempre sul piatto progetti di “auto-recupero”, vale a dire la proposta più modernamente miserabilista in tema di welfare abitativo e, contemporaneamente, quella che più saldamente riesce a legare gli aspiranti inquilini ad istituzioni, banche e cooperative – con tutto il portato di potere e di affari che ne possono derivare per chi sa fare per tempo i propri conti e mettersi nella partita.