Trolley

È ormai sera quando una coppia non più tanto giovane sbuca all’improvviso da sotto i portici di via Nizza. Sono stranieri del nord, del nord Europa. Incuranti del semaforo rosso, attraversano di corsa le strisce pedonali verso la stazione. Si trascinano dietro i loro trolley – nero lui, rosa lei – status symbol della classe turistica cui sono fieri di appartenere. La classe che non ha nulla da perdere, se non l’ultimo treno per Venezia, prossima tappa del loro viaggio romantico in Italia. E non possono di certo permetterselo.

Vanno di fretta i due, e non si accorgono nemmeno che nello stesso istante altre due persone attraversano di corsa le strisce pedonali, ma in direzione opposta. Scappano dai portici della stazione per rifugiarsi sotto quelli di via Nizza. Anche loro non più tanto giovani, e stranieri, stranieri del nord. Del nord Africa, però. E anche loro si trascinano dietro i loro trolley, a scacchi bianchi e verdi. Dentro non ci tengono vestiti o cosmetici o souvenir, ma pane, un sacco di pane. Quel pane che tutti i santi giorni vendono tra Porta Nuova e via Nizza, per la strada, ma di nascosto dai poliziotti e dai vigili. Tre pagnotte, cinquanta centesimi. Ed è per questo che scappano, dai poliziotti e soprattutto dai vigili, che forse non gli chiedono i documenti, ma se li beccano sequestrano loro il pane, una cosa che non possono di certo permettersi.