Baci clandestini e libero amore
Lo aveva conosciuto all’incirca un mese fa, a Torino. Si erano dati la mano. «Abder, piacere». «Joséphine, o Josi, piacere mio». Le era piaciuto subito. Simpatico, a volte timido, ogni tanto un po’ spaccone, ma sempre gentile. Più maturo degli anni che aveva, 19. E bello. Bello e impossibile, con gli occhi neri e il suo sapor mediorientale e tutto il resto… Si erano piaciuti subito, come capita a volte. Si vedevano abbastanza spesso, quando Joséphine scendeva a Torino, o durante i fine settimana ad Aosta, dove era nata lei.
Entrambi sapevano che un marocchino, mano nella mano con una valdostana, ad Aosta per di più, dava di certo nell’occhio. Lo si leggeva nelle facce della gente, nell’indifferenza ostentata ma guardinga. Ma forse a entrambi piaceva essere “una strana coppia”. Quando si è giovani, ribelli o innamorati si ride in faccia al mondo. Non avevano paura. Abder le aveva spiegato che era in regola coi documenti, che aveva un permesso di soggiorno, perché aveva sposato una ragazza italiana, a febbraio. Una sua amica, forse una ex, non importava, perché le aveva detto che era una storia chiusa. E ci scherzavano su, lui la chiamava “mia amante”. Josi rideva, e pensava che lo avrebbe volentieri sposato lei, Abder, se solo lo avesse conosciuto prima…
Quello che Josi e Abder non sapevano è che la polizia, forse allertata da qualche solerte cittadino, forse in cerca di emozioni, rigorosamente degli altri, li stava in realtà tenendo d’occhio. Li avevano osservati seduti sulle panchine del parco. Forse li avevano visti pure baciarsi, mentre prendevano nota. E quella volta che chiesero loro i documenti alla stazione di Aosta non era esattamente un “normale controllo di polizia,” ma un pezzo, e non certo l’inizio, di un’indagine su di loro.
Hanno preso Abder due giorni fa, mentre passeggiavano per Aosta. Lo hanno portato al Cpt di Torino, in attesa di espellerlo. I terminali parlano chiaro: Abder ha una moglie a Torino e un’amante ad Aosta. Cosa abbastanza in linea con i dissoluti costumi del tardo capitalismo, ma evidentemente il fatto di essere straniero non è compatibile con il principio della difesa della famiglia italiana tanto caro alle nostre autorità. E comunque abbastanza per espellere un marocchino, da quando il detto “vengono qui a rubarci le donne” fa giurisprudenza.
Suona la sirena della volante che si porta via Abder, con quel suo suono odioso. E Josi, in lacrime, si chiede se quella sirena non suoni anche per lei, per tutti quanti noi.
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la versione in rumeno, Sărutări clandestine şi iubire liberă