Un’altra giornata al Cpt
29 maggio. Sono le 10,20 quando arriva una telefonata dal Centro: “stanno espellendo quattro dei nostri”. Uno di loro è Said, il ragazzo che nella notte tra venerdì e sabato aveva tentato la fuga e ne aveva guadagnato un duro pestaggio da parte delle forze dell’ordine. Ora ha il mento rotto, il corpo pieno di lividi e non riesce a camminare. Tra l’altro, pochi mesi fa si era operato proprio ad una gamba, a Lucca, ma è bastato un breve soggiorno nel Cpt di Torino per farlo ritornare zoppo.
Anche gli altri tre espulsi, da quello che sappiamo, erano testimoni dei fatti di venerdì notte, della morte di Hassan e del pestaggio di Said. Le autorità avevano promesso che non avrebbero espulso i testimoni… Da subito parte la solidarietà.
Nel giro di un’ora una quindicina di antirazzisti si materializzano ai cancelli, con striscioni, fischietti, pentole e martelli. Intanto il centralino del Cpt viene tempestato di telefonate indignate, da Torino e da tutta Italia. Dopo un po’ il numero è intasato, inservibile. Molte proteste anche ai telefoni dell’Air Maroc.
Dall’interno arrivano numerose chiamate, un ragazzo dice di sentire le voci di chi è all’esterno, ed esclama: “grazie a voi non siamo più soli, siete la mia famiglia.” Poco dopo anche un altro ragazzo chiama: “grazie di essere con noi, hanno portato via delle persone. Io sono qui dal 15 di maggio, il 6 di giugno ho l’udienza, voglio uscire, non voglio tornare in Algeria.” Poi racconta la sua storia: lavorava a Napoli in nero, ma al momento della sanatoria il suo padrone non l’ha regolarizzato. Poi, come tanti, il carcere. E poi, come tutti, il Cpt. Man mano, nel pomeriggio, si scopre che i deportati erano cinque, e non quattro. Che la polizia è riuscita a portarli via prima dell’arrivo degli antirazzisti, e che li ha portati a Malpensa – non a Caselle come molti si aspettavano. Uno di loro si fa sentire quando è già in attesa dell’imbarco, alle quattro e mezza.
Poi i cellulari vengono spenti, e non sappiamo più nulla né di lui né dei suoi compagni. Solo dopo si apprenderà che uno dei cinque in realtà è già di ritorno al Cpt: all’ultimo minuto sono arrivati i documenti per fermare l’espulsione.