La coscienza di un poliziotto
22 novembre. A rischio le espulsioni verso il Marocco dall’ex-Cpt di corso Brunelleschi. A uno a uno, infatti, i trenta poliziotti torinesi che facevano da scorta ai deportati si stanno tirando indietro. Problemi di coscienza, seppure un po’ in ritardo? Vediamo.
Dal gennaio scorso, l’agenzia di viaggio che organizza a nome della Prefettura i rimpatri ha strappato alla Royal Air Maroc una offerta strepitosa: duecento euro di sconto sul biglietto e, soprattutto, vitto e alloggio gratuiti a Casablanca per gli uomini delle scorte. Solo in queste settimane, però, l’ufficio contabile della questura si è accorto che, stando a un decreto del 1926, «sono ridotte ad un quarto le diarie di soggiorno in territorio estero quando il personale fruisca di trattamento gratuito». Questo vuol dire che i poliziotti-deportatori che prima prendevano, oltre allo stipendio, cento euro di indennità ogni viaggio ora ne prendono solo venti, e che dovranno pure restituire allo Stato tutto quello che era stato pagato loro di troppo.
Insomma, cento euro prima e venti adesso. Lo scarto è di ottanta euro: e questo vale la coscienza di un poliziotto, andata e ritorno.