Un appuntamento a Porta Palazzo

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Stiamo dalla parte di Gaza perché siamo uomini e siamo donne, e vediamo uomini e donne a Gaza patire sotto i bombardamenti e stretti nell’assedio. Il loro terrore è terrore di uomini e di donne, così come il loro sgomento. Il loro terrore e il loro sgomento sono i nostri.
È in nome del nostro essere uomini che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza perché gli uomini e le donne di Gaza resistono. Le spalle all’abisso, difendono ostinati se stessi e la propria umanità da chi li vorrebbe vittime mute dei giochi della geopolitica, schiavi mansueti nell’Ordine del mondo.
È invocando questa ostinazione che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza perché coloro che si arricchiscono sulla tragedia degli uomini e delle donne di Gaza sono gli stessi che si arricchiscono sulle nostre spalle. Chi produce i missili che li colpiscono, i cingolati che li schiacciano, persino le divise che insultano gli uomini e le donne di Gaza sono gli stessi che qui ci fanno morire nelle fabbriche, nei cantieri o in mezzo alla strada.
È sventolando questa consapevolezza come una bandiera che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza perché gli uomini e le donne di Gaza sono chiusi in una enorme gabbia, e vivono già ora quello che sembra essere il domani comune del mondo: fuori il fresco dei giardini e il benessere tranquillo per i padroni, dentro la miseria, la calca e la violenza per gli sfruttati. In mezzo, il filo spinato.
È per sfuggire a questo futuro che stiamo dalla parte di Gaza.

Stiamo dalla parte di Gaza circondata e bombardata.
Stiamo dalla parte di Gaza che resiste.
Stiamo dalla loro parte. Stiamo dalla nostra parte.

Ribelli di Porta Palazzo

Volantino gaza arabo