La forza (sprecata)
21 ottobre. Il Senato Accademico del Politecnico deve approvare la tanto contestata riforma, che dall’anno prossimo chiuderà sedi decentrate e corsi di laurea, introdurrà soglie e sbarramenti e sostituirà alcuni corsi con lezioni videoregistrate. Temendo l’arrivo dei barbari, il rettore Profumo chiama diversi agenti della digos e due camionette di celere per proteggere il Senato. Questa volta gli studenti sono soli, ma sono di più: in oltre duecento da Torino, Mondovì e Vercelli si ritrovano per protestare. Dopo un breve ma rumoroso corteo interno, condito da cori da stadio, trombette e fischietti, i contestatori si precipitano in rettorato e irrompono nel Senato. Gli agenti in borghese, colti di sorpresa, vengono calpestati e spinti via: la seduta, appena iniziata, è bloccata.
Per più di cinque ore il Senato non può continuare, assediato dagli studenti incazzati. Ma poco alla volta la rabbia diminuisce, la stanchezza sale e tanti studenti mollano la presa: qualcuno se ne va illuso dalle false promesse del Rettore e dei Senatori, altri abbandonano spaventati dalle minacce degli agenti in borghese. I pochi rimasti, bollati come dittatori fascisti o maoisti, lasciano l’aula alle 15 e aspettano fuori dal senato il verdetto. Alle 19 la riforma viene approvata: nessuna promessa è stata mantenuta, nessuna delle modifiche proposte dai rappresentati degli studenti è stata accolta. La forza degli studenti, quella vera di chi occupa e blocca il senato, è andata completamente sprecata.