Intorno a San Vittore
Ripubblichiamo qui sotto la cronologia fatta da alcuni compagni milanesi delle vicende occorse nella loro città in appena una settimana. Vicende che hanno visto intrecciarsi, sul piano della lotta prima, poi su quello repressivo, ma poi ancora su quello della lotta i reclusi dei Cie, il movimento degli studenti e poi il “movimento” in generale.
«Sabato 7. Nel Cie di via Corelli la polizia tenta di far rientrare i reclusi nelle gabbie prima delle 23, orario previsto per la serrata degli spazi comuni. I reclusi si rifiutano, protestano vivamente, nel settore C vengono bruciati dei materassi. A quel punto la polizia stacca la corrente, si spengono luci e telecamere; poi entra nelle gabbie e pesta giù duro approfittando del buio. Sedati gli animi arrivano le ambulanze, la polizia entra nel settore B dove non è accaduto quasi nulla e preleva 4 ragazzi, alcuni giovanissimi. Prima di essere condotti in commissariato vengono fatti inginocchiare e vengono costretti a camminare a gattoni.
Domenica 8. In serata un gruppo di solidali raggiunge le mura del Centro di via Corelli, inizia una battitura sul guardrail e illumina il cielo con torce e fuochi d’artificio. Da dentro i reclusi rispondono: urlano, battono sulle sbarre, tutti insieme gridano “Libertà! Libertà!”
Lunedì 9. Confermati in Tribunale gli arresti dei ragazzi arrestati nel Cie di via Corelli. Uno di loro, 24 anni, ha in tasca un biglietto di ritorno per l’Algeria comprato con i suoi soldi. La partenza era prevista per martedì. Non partirà, ora si trova nel carcere di San Vittore, con l’accusa di resistenza e lesioni.
Martedì 10. Ancora una volta un gruppo di solidali si raduna sotto via Corelli e riprende battitura, botti e fuochi d’artificio. Da dentro la risposta è forte come sempre. Dopo 15 minuti circa esce la polizia in assetto antisommossa e si schiera a fianco alla gip militare che presidia l’ingresso. Quando il reparto inizia ad avanzare i solidali si incamminano lentamente verso l’uscita dalla strada che costeggia il centro, continuando la battitura lungo tutta la via. Più tardi qualcuno passerà rapidamente sul cavalcavia che scavalca il Cie e una pioggia di torce pioverà nel cortile interno.
Venerdì 13. Alle sei del mattino 5 studenti vengono arrestati con l’accusa di rapina e lesioni perché sospettati di aver stampato senza pagare qualche centinaio di volantini presso la libreria universitaria Cusl e di essere usciti con un tale mirabile bottino spintonando due impavidi ciellini che tentavano di fermarli. Uno di loro viene portato a San Vittore, gli altri vengono messi agli arresti domiciliari. Le loro case sono state perquisite, alcune addirittura filmate. Se l’accusa dovesse reggere rischiano dai 4 ai 10 anni di galera. Alla sera quasi un centinaio di persone si ritrova preso il caseggiato di case popolari occupate (e non) in cui abitavano due degli arrestati. Discutono, si confrontano, si aggiornano sulle condizioni dei ragazzi arrestati, parlano della sproporzione di quanto accaduto, della brutalità repressiva dei tempi che corrono. Poi decidono spontaneamente di muoversi in corteo fino a San Vittore, spiegando uno striscione fresco di pittura con la scritta: “sid, paolino, celo, tia liberi subito! Sbirri infami!”. Il corteo passa per Porta Genova, via Papiniano e poi raggiunge le mura del carcere. Qui scritte, slogan, saluti, diversi botti rimbombano nel cortile del carcere. I detenuti rispondono con battiture e urla di gioia. Poi il corteo torna verso il punto di partenza, passa per viale Coni Zugna, arriva in piazza 24 maggio, poi devia in San Gottardo. Qui alcuni cassonetti vengono rovesciati, uno viene dato alle fiamme. Slogan contro la polizia, contro i secondini, contro i Cie per immigrati, e in solidarietà a tutti gli arrestati accompagnano tutto il corteo fin sulla circonvallazione di viale Liguria. Qui una campana del vetro viene spostata e blocca la strada, poi l’ultima deviazione verso casa.
Sabato 14. Dalle 14 un presidio sotto il carcere di San Vittore raduna circa 200 persone. Il presidio, già indetto da giorni in solidarietà agli arrestati di via Corelli e in adesione alla giornata europea contro i campi di espulsione per immigrati, raccoglie anche la solidarietà agli studenti arrestati. Musica, interventi e saluti in più lingue attraversano le mura del carcere. A loro si aggiunge qualche botto e alcuni grossi fumogeni. Poi il presidio invade la carreggiata e blocca il traffico. Il presidio con blocco continua vivacemente fino alle 17 e infine spontaneamente si tramuta in corteo. Qui scritte, slogan, canti. La manifestazione percorre le vie decidendo il percorso di incrocio in incrocio senza trattare con forze di polizia presenti (in maniera massiccia ma sempre a distanza). Seminata la Celere in due o tre occasioni il corteo ha poi raggiunto le case occupate di via Ripa ticinese. Qui aperitivo di autofinanziamento di un gruppo di donne che si batte contro i Cie. Più tardi una carovana di macchine fa un giro di saluti sotto le case degli studenti agli arresti domiciliari. Il giro termina sotto il Centro di Identificazione ed Espulsione di via Corelli. Per la terza volta in una settimana una battitura comune crea un ponte tra dentro e fuori. Più tardi si verrà a sapere che in 5 sezioni del Centro l’indomani inizierà uno sciopero della fame. L’ennesimo.
Di tutto questo chiaramente i giornali non hanno parlato, se non quando si è trattato di calunniare e criminalizzare persone, luoghi occupati, istanze. Il silenzio deve avvolgere ogni cosa stoni con la città che viene. Eppure qualcosa si muove. Sta a te saperlo ascoltare, sta a te iniziare a muoverti.
Lunedì 16, alle 14.30 assemblea in Statale (via Festa del Perdono) per organizzare la solidarietà agli studenti arrestati.
Martedì 17, ore 9 in Tribunale prima udienza del processo agli arrestati di via Corelli.»
Lo sciopero indetto sabato sera è abortito prestissimo, come spesso succede dentro ai Centri. La mobilitazione dentro rimane comunque viva, e rimane viva anche quella fuori. Se volete farvi un’idea, invece, degli arresti di venerdì mattina e della situazione del movimento degli studenti a Milano ascoltate questa diretta effettuata a caldo da Radio Blackout. E scoprirete che uno degli arrestati, Sid, era appena stato sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale: avevamo fatto una chiacchierata con lui in proposito poco più di un mese fa, riascoltatevi pure quella.
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2009/11/mattia-su-arresti.mp3]