Ad ogni latitudine

I due punti estremi dello stivale e la stessa voglia di libertà, in due lanci di agenzia.

«Due immigrati sono stati arrestati a Trapani dopo un tentativo di fuga dal Centro di identificazione ed espulsione “Serraino Vulpitta”. Hanno opposto resistenza e procurato lesioni al personale in servizio nella struttura intervenuto per bloccarli. I due tunisini erano riusciti a eludere la sorveglianza e, dopo avere scavalcato il muro di cinta, erano scappati. Immediatamente rintracciati, hanno aggredito i poliziotti. Al termine del rito direttissimo, l’arresto e’ stato convalidato e il processo rinviato.»

«Nove ospiti del Centro di identificazione ed espulsione (Cie, ex Cpt) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), perlopiù di origine maghrebina, sono fuggiti nella tarda serata di ieri dalla struttura. I nove – a quanto si è saputo dalla Questura di Gorizia – facevano parte di un gruppo di una trentina di immigrati che hanno tentato la fuga. Una ventina di loro, però, è stata trattenuta dal personale di vigilanza, mentre gli altri nove hanno forzato, danneggiandola, una grata in ferro posta nell’atrio esterno ad una camera e dopo averla attraversata, hanno raggiunto il tetto della struttura e superato le ”barriere”, dileguandosi nella notte. »

(A detta di un sindacato di Polizia, c’era proprio da aspettarselo che col ritorno della buona stagione sarebbero aumentati i tentativi di fuga dei reclusi di Gradisca, «i quali altro non hanno da fare che pensare a come tentare di dileguarsi dalla struttura anche brandendo, cosa avvenuta l’altro giorno in ospedale, l’asta della flebo per colpire il poliziotto addetto alla vigilanza o allontanandosi dall’ambulanza che lo sta portando d’urgenza in ospedale fermatasi ad un semaforo»)

Aggiornamento 8 maggio. Ecco una testimonianza da dentro al Cie di Gradisca, un po’ sulla fuga dell’altro giorno, un po’ sulla situazione quotidiana del Centro. Ascoltatela, è di un vecchio amico:

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