Australia. Due rivolte e un tentativo di evasione dal centro di Darwin

Nel pomeriggio di mercoledì 1 settembre la polizia australiana ha arrestato un’ottantina di richiedenti asilo afgani che otto ore prima, alle 7 di mattina, erano scappati dal centro di detenzione di Darwin, dopo aver divelto due recinzioni elettrificate da 11mila volt. Gli evasi avevano ripetutamente ignorato gli inviti a ritornare al centro, dove alcuni di loro erano rinchiusi da 10 mesi, dopo che la loro richiesta di asilo è stata respinta. Il centro di Darwin, situato all’interno della base navale di Coonawarra, può ospitare fino a 500 prigionieri.

Per circondare ed arrestare gli evasi, che di fatto avevano organizzato un sit-in a poca distanza dal centro e mostravano alcuni striscioni che chiedevano “protezione” e “pietà”, sono stati impiegati una sessantina di poliziotti, che non hanno voluto fornire agli evasi né acqua né cibo, nonostante il soffocante caldo tropicale. Cinque afghani infatti sono svenuti e sono stati portati in ospedale. Gli altri sono stati portati al commissariato di polizia di Darwin per essere interrogati, e non hanno opposto resistenza.

La polizia ha impedito agli evasi di passare alcuni manoscritti ai giornalisti presenti, ma uno di loro ha gridato che se torneranno in Afghanistan potrebbero essere uccisi, aggiungendo: “se l’Afghanistan è un posto sicuro, che ci stanno a fare i soldati australiani? che ci stanno a fare i soldati americani?”(…)

L’evasione degli afghani è avvenuta dopo due giorni di rivolta di un centinaio di reclusi indonesiani, accusati di essere scafisti e “trafficanti di uomini”. Domenica, una dozzina di uomini armati di spranghe sono saliti sul tetto, dopo aver incendiato spazzatura e materassi, provocando una colonna di fumo visibile nei dintorni di Darwin. Lunedì, la protesta si è ripetuta. I reclusi indonesiani protestavano contro il fatto che sono rinchiusi da nove mesi in attesa di giudizio. In seguito alla rivolta, almeno una guardia è stata ferita leggermente, e alcune strutture del centro sono state danneggiate.

tratto da The Sydney Morning Herald