Zombie
«Il permesso di soggiorno è un ricatto inventato per sfruttare l’immigrato». «Liberi tutti nessuno è clandestino». Sono alcuni dei cartelli che ieri esponenti e militanti di Rifondazione hanno esibito nel presidio organizzato al Centro di identificazione ed espulsione per stranieri [di Modena] in solidarietà con l’operaio Frank Agyei, che rischia di essere espulso per violazione della legge Bossi-Fini, pur essendo in regola con i contratti di lavoro e d’affitto e versando i contributi all’Inps.
Fonte: La Gazzetta di Modena, 3 ottobre 2010
Inutile ricordare chi ha inventato le prigioni per “clandestini“, chiamati un tempo Centri di permanenza temporanea. Inutile ricordare chi legò il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, per poter ricattare gli immigrati. Inutile ricordare chi ha votato quella legge. Inutile ricordare che le rivolte dei reclusi di questi mesi hanno ottenuto risultati molto più concreti delle vane promesse di chi diceva di voler “superare i Cpt” e poi non fece nulla. Inutile, perché i nostri lettori lo sanno già e non se lo dimenticano. E perché i militanti e i dirigenti di Rifondazione da quell’orecchio fanno proprio finta di non sentirci. E poi, certo, ora protestano perché chi rischia di essere espulso non è un “delinquente”, uno spacciatore o una prostituta, un disoccupato, un lavoratore in nero o un nullafacente. Chi fa poco o nulla sceglie bene dove indirizzare i suoi sforzi, senza sporcarsi le mani. Ma, bisogna dirlo, quelli che ora protestano per Frank sono gli stessi che hanno creato le condizioni e soprattutto le strutture per tenerlo prigioniero.
A volte ritornano, gli zombie della politica. E spesso è inevitabile, soprattutto quando tira aria di elezioni e i cimiteri si rianimano, con tutti i loro miasmi. Ne faremmo volentieri a meno, ma è un film che abbiamo già visto, e sappiamo come affrontarli, loro e quelli che si staranno già leccando i baffi pensando ad improbabili “alleanze tattiche”, “fronti comuni”, o simili equivoci.
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