Centro chiuso, ribelli scomparsi

Da ieri mattina, quando l’ultimo gruppo di reclusi è stato prelevato e trasportato in altri Cie in giro per la penisola anche il Centro di Elmas è stato chiuso per danni. Un bel risultato, dopo la rivolta di lunedì, considerato anche che Maroni ha fatto slittare con nonchalance l’apertura dei fantomatici quattro nuovi Cie dalla fine di quest’anno alla fine… dell’anno prossimo. Sommossa dopo sommossa, il sistema italiano dei centri per senza-documenti continua a perdere paurosamente pezzi.

In mezzo a tutto questo bailamme però si sono persi pure gli 11 imputati per i fatti dell’altro giorno. I loro avvocati li aspettavano in aula all’udienza di questa mattina in Tribunale (il processo, infatti, era stato fissato ad oggi per due degli imputati e domani per gli altri nove) ma nessuno di loro è comparso in aula. Nessuno sa dove siano. Non in carcere, visto che il giudice martedì li aveva rimessi “in libertà”; non al Centro, che è chiuso. Potrebbero essere stati trasferiti anche loro in giro per l’Italia o, peggio ancora, rimpatriati: alla faccia del “diritto alla difesa” ed altre amenità di questo stampo. Tanto che l’udienza di oggi è stata rinviata al tre novembre, proprio per l’assenza degli imputati, e probabilmente verrà rinviata pure quella di domani.

Intanto, per questo pomeriggio i compagni di Cagliari hanno indetto un presidio itinerante per le vie della città. L’appumento è alle 17 alle Scalette di Sant’Anna in via Azuni.

Aggiornamento 16 ottobre. Come previsto, anche l’altra metà del processo contro i ribelli di Elmas è stata rinviata vista l’assenza forzata degli imputati. Di loro non si sa nulla di certo, e l’ipotesi più probabile è che siano stati trasferiti anche loro in qualche Cie in giro per l’Italia. Ieri pomeriggio una quarantina di compagni hanno dato vita a diversi presidi itineranti nel centro di Cagliari in solidarietà con i rivoltosi. E proprio oggi abbiamo scoperto che il giorno stesso della rivolta ignoti solidali hanno infranto le vetrate della sede della Sodexo di Cinisello Balsamo, chiudendone il cancello con una catena ed imbrattanto i muri con la vernice.  Anche una scritta: “Da Elmas a Corelli rivolta. Sodexo infame.”