Caccia aperta
A Brescia è ormai caccia aperta ai senza-documenti. Lunedì mattina viene arrestato Noureddine, compagno marocchino tra i protagonisti del presidio sotto la gru, e molto conosciuto in città. La sua domanda di regolarizzazione era stata rigettata, e nel giro di poche ore viene trasferito dalla Questura di Brescia al Cie di Modena. Nel pomeriggio, diverse decine di compagni e solidali si radunano in presidio di fronte alla Questura, e poi spostano in centro per protestare contro questo arresto.
Ma questa non è la peggiore delle notizie che arrivano da Brescia. Venerdì pomeriggio i carabinieri fermano Lai, un giovane senegalese molto attivo nelle lotte dei senza-documenti, e assieme a lui viene fermato Elhdy, senegalese di 36 anni. Lai viene rilasciato sabato pomeriggio. Eldhy muore in ospedale, la mattina della domenica successiva. L’avevano portato lì, d’urgenza, gli stessi carabinieri che l’hanno fermato. A questo punto è pura retorica chiedersi chi l’abbia ucciso, per portare un trofeo in più al cospetto di Maroni.
Aggiornamento 17 dicembre. Un posto contro l’umanità, così Andresh (Andrej) appena ricevuta la notizia della propria liberazione dal lager di Modena per un “vizio di forma” definisce il Cie ai microfoni di Radio Onda d’Urto. Ieri per lo stesso “vizio di forma” è stato liberato anche Noureddine. (da Noinonsiamocomplici)
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