Appalti ad Elmas

«Se non fosse stato per l’incendio che nell’ottobre scorso ha distrutto il primo e secondo piano, almeno duecento tra le migliaia di tunisini che in questi giorni approdano a Lampedusa sarebbero stati trasferiti al Centro di primo soccorso e accoglienza di Elmas. Ma i posti residui sono 50 (su 220) ed è difficile che il ministero dell’Interno autorizzi l’arrivo di pochi immigrati.

APPALTO DA 450 MILA EURO Almeno per i prossimi tre mesi. Tra 90 giorni, infatti, è previsto che terminino i lavori di ristrutturazione del Centro che costeranno 450 mila euro (370 mila per la struttura e 80 mila per l’impiantistica), 150 mila in più della somma stimata quattro mesi fa. Il progetto di ristrutturazione è stato predisposto dal Provveditorato opere pubbliche e proprio oggi i lavori saranno consegnati all’impresa che si è aggiudicata l’appalto. A cui, considerata la pressione degli immigrati tunisini, la Prefettura chiede di accelerare i tempi.

 

LE RIVOLTE D’OTTOBRE L’edificio che si trova dietro l’aeroporto di Elmas, all’interno dell’ex base dell’aeronautica militare ora dismessa, era stato semidistrutto tra il primo e l’11 ottobre scorsi, in occasione di tre rivolte. Nella prima, un gruppo di immigrati aveva dato fuoco ai materassi dopo averli squarciati e imbottiti di carta e vestiti ed averli cosparsi di liquido infiammabile. Il fumo nero e le fiamme, alte quasi cinque metri, avevano fuso le plafoniere, annerito e danneggiato pareti, soffitti e le reti dei letti a castello. Cinque giorni dopo un altro incendio aveva distrutto il poco che restava, mobili compresi e 39 ospiti del centro avevano rischiato di morire. L’11, giorno in cui un gruppo di clandestini fuggì dal centro causando la paralisi dell’aeroporto per tre ore – 12 voli cancellati, cinque dirottati, 11 arresti, probabilmente nessuna condanna – il lavoro di devastazione venne completato con la rottura degli infissi interni ed esterni.

 

«TRASFERIRE IL CENTRO» Il problema che si era posto nell’immediatezza dei fatti era se avesse senso spendere tanto per una struttura che in due anni ha causato per sei volte la chiusura dello scalo. «Il centro deve essere trasferito perché è in un luogo inidoneo come l’aeroporto», aveva detto il deputato del Pd Paolo Fadda, che con i colleghi di partito sardi aveva presentato anche un’interrogazione al ministro dell’Interno. Ma Maroni, rispondendo, era stato esplicito: «Questa posizione è utile per facilitare il rimpatrio dei clandestini, ma rafforzeremo la sicurezza». Su questo punto non ci sarebbero ancora i fondi.

 

I CENTRI In Italia i centri di accoglienza sono sette: Lampedusa (804), Bari Palese (994), Brindisi, Restinco (128), Elmas (220 posti), Caltanissetta, Contrada Pian del Lago (360), Crotone (978), Foggia (716).»

da L’Unione Sarda, 15 febbraio