Pacchi e partenze
Aumenta il ritmo delle deportazioni dai vari Cie italiani verso la Tunisia. È evidente che il Ministero voglia, zitto zitto, fare posto al più presto possibile per nuovi reclusi che arriveranno da Lampedusa, magari dopo essere passati da qualcuna di questi nuove strutture strane un po’ Cie un po’ Cara che il Governo sta aprendo nel Sud (a Mineo e a Manduria, per ora). Sempre che non riesca ad organizzare qualche bella deportazione di massa direttamente da Lampedusa, come sembra trasparire dalle ultime dichiarazioni di Maroni, di tutti quelli che non hanno la prontezza di chiedere formalmente asilo appena messo un piede a terra: ma su questo staremo a vedere.
Venerdì scorso sono stati portati via dal Centro almeno quattro tunisini. Due di loro volevano tornarsene a casa, gli altri due no. L’ufficio immigrazione, per evitare casini, ha pensato bene di convocarli uno ad uno e di tirar loro un bel pacco: «vi cambiamo di Cie», hanno detto loro, perché «qui non c’è più spazio». E viste le condizioni pietose in cui versa corso Brunelleschi loro ci hanno creduto e si sono ritrovati su di un aereo per Roma e da lì in un altro per Tunisi già pieno di loro connazionali arrivati da altri Centri. Dicono che gli aerei per la Tunisia fossero addirittura due, e questo fa pensare a voli speciali più che a voli di linea. E dicono pure che la solita nave che parte il sabato da Genova per attraccare poi la domenica fosse pure lei abbastanza piena di rimpatriati.
Oggi altra gente è stata caricata – senza sotterfugi, a quanto pare – e portata via: non sappiamo ancora quanti, ma di questo passo potranno rapidamente svuotare l’area verde e distribuirne i reclusi nei buchi liberi che si sono venuti a creare nel resto del Centro. Reclusi che, fino a questa mattina, erano ancora in buona parte sistemati all’aperto.