A Milano, mercoledì prossimo

«Martedì 3 maggio si è svolta l’udienza preliminare del processo contro i sette tunisini individuati come responsabili della rivolta esplosa nel CIE Corelli il giorno prima.
Nonostante il processo per direttissima si svolgesse a porte chiuse alcuni/e compagni/e, insieme agli avvocati che da anni seguono i processi contro i rivoltosi del CIE milanese, sono riusciti a reperire alcune informazioni in merito ai risvolti processuali e ai suoi protagonisti.
Innanzitutto va detto che sono tutti tunisini, giunti in Italia da circa un mese per essere infine “rastrellati” a Genova, mentre tentavano, con tutta probabilità, di raggiungere il confine francese. Nessuno di loro ha potuto godere del permesso temporaneo (sulla base del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 aprile 2011), ma in realtà non se ne capisce il motivo. Tutti, in una maniera o nell’altra, hanno rivendicato la loro protesta, “non avendo affrontato un simile viaggio per rimanere in Italia nè, tantomeno, per restare chiusi in un CIE per sei mesi; conseguentemente hanno espresso la volontà di tornare in Tunisia”.
Fatto sta che lo zelo della toga di turno (rossa? Certo! ma solo per il sangue già versato di cui si rende co-responsabile) ha deciso di confermare l’arresto e di mantenere la misura cautelare della detenzione in carcere aggiornando il tutto all’11 maggio alle ore 9.
Come comitato stiamo cercando di assicurare loro tutta la difesa legale possibile (vale a dire avvocati con una notevole esperienza sulle spalle, senza nulla togliere all’impegno degli avvocati d’ufficio che hanno giustamente rifiutato un patteggiamento senza applicazione della sospensione della pena).
Ma soprattutto ci impegniamo a sviluppare la massima presenza possibile in aula. Come al solito si tratta di un processo politico, aldilà della volontà dei malcapitati
A maggior ragione se pensiamo alle rivolte nordafricane e al loro legame con le vicende successive che hanno portato i sette tunisini… a continuare la loro rivolta altrove.

Facciamoci sentire!
Non lasciamoli soli!
La solidarietà è un’arma; usiamola!

 

Tutti in Tribunale mercoledì 11 maggio alle ore 9,30

Comitato antirazista milanese»