Immaginazione
25 luglio. Alcuni parlamentari del Partito Democratico hanno fatto visita al CIE di Corso Brunelleschi nel solco della mobilitazione chiamata «LasciateCIEntrare», indetta della Federazione Nazionale della Stampa e dell’Ordine dei Giornalisti, per chiedere l’accesso ai Centri di detenzione per immigrati dopo le restrizioni volute da una circolare ministeriale e per protestare contro il prolungamento fino a 18 mesi della reclusione nei CIE. Ad attendere i parlamentari all’uscita, dal lato su via Santa Maria Mazzarello, c’era un nutrito gruppo di persone senza memoria corta e uno striscione con scritto: «Nel ‘98 li avete inventati, ora li volete più umani: i CIE devono essere distrutti», in riferimento alla legge Turco-Napolitano che diede il via, con l’apertura dei CPT, alla detenzione per gli immigrati senza documenti. Una quarantina di persone non si è quindi lasciata sfuggire l’occasione di ribadire la propria solidarietà ai detenuti nei CIE – e di sottolineare le responsabilità dei politici in merito all’esistenza di questi luoghi. Slogan, blocchi stradali, battiture sui pali della luce e anche sul portone secondario di ingresso del Centro, con una forte e rumorosa risposta dei reclusi. La Questura, a corto di uomini per l’impegno in Valsusa, ha potuto schierare soltanto qualche Digos attempato e un plotoncino di celerini, che sono rimasti a guardare con manganelli e videocamere in mano. La delegazione di parlamentari ha quindi preferito spostare l’incontro con i giornalisti, previsto all’uscita, in una sede del PD in centro. In merito alle accuse, Anna Rossomando (PD) si è sentita di sottolineare che «Un conto è immaginare i CIE come centri in cui portare chi ha commesso un crimine, così come aveva fatto il centrosinistra; altra faccenda è servirsene per detenere immigrati irregolari: è immorale e inefficace». Una bella faccia tosta.