Contro il Cie nel Veronese
Verona, 20 giugno 2010 – Il centrosinistra si schiera contro la Lega sull’ipotesi di aprire un Centro di identificazione ed espulsione di clandestini nel Veronese. «Sulla questione del Cie la Lega continua a predicare bene ma a razzolare male, esattamente come succede per Autodromo e centrale nucleare», afferma Giandomenico Allegri, segretario provinciale.
«I Cie tutto sono tranne che centri di identificazione ed espulsione, lo dimostra il fatto che ancora oggi la maggioranza dei detenuti dei centri finisce con l’essere rilasciato allo scadere del termine, e questo succede mentre il Governo taglia i fondi alla Sicurezza e mai si decide a recepire la direttiva europea che prevede il rimpatrio volontario alternativo all’espulsione (molto più lunga, difficile e costosa) Che cosa sono allora i Cie? I Cie sono un grande affare per chi li gestirà perché farà cadere sul territorio milioni di euro senza controlli che rischieranno di alimentare consorterie e clientele sul modello dei grandi appalti della Protezione civile. Ad oggi, infatti, la loro gestione non è trasparante (le convenzioni stipulate tra enti gestori e prefetture non sono pubbliche) e non esistono linee guida del governo. Tutto è abbandonato a se stesso».
I Cie, secondo il Pd veronese, «sono carceri totalmente inaccessibili in cui sono rinchiusi tutti, senza distinzioni di categoria. La nostra contrarietà al Cie di Bovolone o Isola Rizza è motivata, non solo perché crea un grande problema di sicurezza e perché farà crollare (fatto ancora non adeguatamente evidenziato) il valore delle case e degli immobili locali, ma perché non ne comprendiamo l’utilità».
Sul tema del Cie interviene anche il deputato del Pd Gianni Dal Moro che se la prende con il governatore Luca Zaia: «Leggo con stupore che il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, afferma che il Centro per l’identificazione e espulsione immigrati clandestini «non è la fine del mondo», che «non sarà un ghetto o una caserma, ma una struttura in piena tranquillità, collocata in un sito nel quale dopo ci sarà più sicurezza» e ancora che insedieranno «il Cie nella zona più gradita al territorio».
Di fronte a queste dichiarazioni, a Zaia propongo un’offerta: se davvero sono tanti i vantaggi legati alla presenza del Cie sul nostro territorio, noi veronesi generosamente ne facciamo a meno. Porti, dunque, il Cie nella sua provincia, a Treviso. Noi – stia certo – ce ne faremo una ragione. Se rifiuta l’offerta, come temo, vuol dire che i vantaggi del Cie non sono poi così mirabili come lei li millanta e che, dunque, queste sue affermazioni non sono altro che un modo per indorarci la pillola. Sappia, però, che non ci caschiamo».
(L’Arena)