Il latte versato
Gorizia, 06 maggio 2010 – La fuga di nove ospiti dal C.I.E. di Gradisca d’Isonzo avvenuta ieri sera ripropone temi già denunciati dalla Segreteria Provinciale di Gorizia che ha diramato una nota che di seguito riportiamo.
“Gli immigrati hanno forzato, danneggiandola, un grata in ferro posta nell’atrio esterno ad una camera, attraversata la quale hanno potuto fare agevolmente accesso al tetto della struttura e quindi portarsi in un attimo direttamente alle “barriere” che, insormontabili non sono, se è stato cronometrato vengono scavalcate in meno di sette secondi.
Eppure in altri C.I.E. (Cagliari docet) senza preoccuparsi troppo di studiare soluzioni peraltro mai attuate, hanno risolto la problematica elevando in altezza le barriere per poi ricoprirle internamente di plexiglas così da eliminare ogni possibile appiglio. Nessuna genialità ma unicamente studio e rimozione dei cd punti deboli. Un soluzione semplice ma evidente non adottabile a Gradisca d’Isonzo dove a oggi si è rimasti alle intenzioni”.
“Il fatto poi che le camere siano della vere e proprie zone franche dove soggetti diversi dalle Forze dell’Ordine dovrebbero esercitare un controllo segnalando le novità – prosegue la nota -, consente agli immigrati di “lavorare” al loro interno, evidentemente con cannucce e forchette di plastica (visto che non dovrebbero disporre di utensili) per forzare, danneggiandola una grata in ferro oppure togliendo le plafoniere”.
“Il fatto poi – conclude il comunicato – che ancora non funzioni il sistema anti-intrusione, idoneo a segnalare per tempo un tentativo di fuga – certamente aiuta l’attuazione di azioni come quella messa in atto nella serata di ieri.
Eppure era prevedibile che con il “bel tempo” sarebbe aumentata la genialità degli ospiti i quali, altro non hanno da fare, che pensare a come a tentare di dileguarsi dalla struttura anche brandendo, cosa avvenuta l’altro giorno in ospedale, l’asta della flebo per colpire il poliziotto addetto alla vigilanza o allontanandosi dall’ambulanza che lo sta portando d’urgenza in ospedale fermatasi ad un semaforo”.
(tgcom)