Furto informatico, gabbie reali

Bologna, 08 ottobre 2010 Un furto «informatico» risolto grazie alla stessa tecnologia rubata. Per recuperare circa 20 mila euro di computer rubati, la polizia postale bolognese si è introdotta negli stessi pc, «spiando» attraverso la webcam per vedere chi li stava utilizzando: è la prima volta, in Italia, che i poliziotti usano questa tecnica.
Tutto comincia nella notte tra il 17 e il 18 settembre, quando un’agenzia di grafica pubblicitaria, nel centro di Bologna, subisce il furto di sei computer di ultima generazione. Partono le indagini della polizia postale, che cerca, attraverso la Rete, eventuali connessioni a internet dai pc rubati.
Appena uno di questi si connette, la polizia riesce a prenderne il controllo da remoto e, a distanza, viene attivata la webcam. Con la piccola videocamera integrata nel computer, dunque, i poliziotti riescono a vedere le persone che stanno dall’altra parte del monitor. Le quali, invece, pensano che quella lucina che si accende faccia parte dei led che si illuminano ogni volta che la macchina parte.
Dai dati delle connessioni, risulta che il computer si connette da via Vasari, zona Navile. E il 23 settembre, all’alba, scatta il blitz: i poliziotti, però, svegliano un’ignara famiglia, «colpevole» solo di non aver messo una password a protezione della rete wireless. Per connettersi alla Rete, i malviventi «scroccavano» quella. È in un appartamento vicino, infatti, che i poliziotti trovano gran parte della refurtiva (5 dei 6 pc rubati) e cinque extracomunitari marocchini. Tutti finiscono denunciati per ricettazione e accesso abusivo al sistema informatico (per aver utilizzato la rete wireless dei vicini, appunto), mentre uno viene arrestato. Tre saranno poi portati al Cie, perché irregolari.
Nel frattempo, viene individuato anche l’autore materiale del furto: V. A., 41enne napoletano con precedenti per reati specifici, viene arrestato per furto aggravato il 29 settembre. A incastrarlo sono state le impronte digitali e la telefonata di una poliziotta che si è spacciata per l’amica di un conoscente.

(Corriere della sera)