Zingari, accette e bilanci
Torino, 23 ottobre 2010 – «Non useremo l’accetta e nemmeno metodi discriminatori, ma da subito intendiamo allontanare dai campi nomadi le persone che ci sono state segnalate e che hanno profili penalmente rilevanti». Il prefetto di Torino Alberto Di Pace, commissario straordinario per l’emergenza nomadi, nel corso dell’audizione in Consiglio regionale annuncia la decisione di potenziare i controlli di sicurezza all’interno dei campi. In questa prima fase, così, si procederà ad espellere e ad accompagnare alla frontiere le persone che hanno commesso reati gravi. Quanti saranno? Ai consiglieri regionali il prefetto ha parlato di «pochissimi casi isolati».
Progressivamente, invece, si procederà a verificare le situazione di almeno altre 47 persone su 307 maschi adulti del campo di lungo Stura Lazio che presentano «profili penalmente rilevanti» e che hanno commesso reati meno gravi, come i furti. A queste persone sarà consegnato il foglio di via e di espulsione dall’Italia. Se l’ordine di uscire dai confini entro 30 giorni non sarà rispettato, e gli espulsi finiranno tra le maglie dei controlli di polizia, verranno inviati ai Cie e poi espulsi con accompagnamento alla frontiera.
Il prefetto conta di coinvolgere in questa operazione dove regole, misure di sicurezza e lotta al degrado vanno di pari passo «la popolazione nomade che per la maggior parte non ha un profilo penale rilevante». In tutto il Piemonte, infatti, sono stati censiti 5200 nomadi, 3600 dei quali residenti a Torino. Le misure di allontanamento dai campi sono finalizzate a liberare le famiglie dalle situazioni che possono condizionare negativamente una quotidianità già difficile per condizioni ambientali e sanitarie.
Nel suo intervento Di Pace ha delineato una strategia di gestione dell’emergenza che prevede «una sinergia istituzionale completa e la necessaria contestualità degli interventi di allontanamento dei soggetti con profilo penalmente rilevante con gli interventi contro il degrado sociale». Ai consiglieri regionali il prefetto ha ricordato come dal «primo gennaio del 2011 i cittadini romeni verranno, a tutti gli effetti, inglobati negli accordi di Schengen e potranno soggiornare liberamente sul nostro territorio. Potrebbero, quindi, semplicemente essere qualificati come gruppo di persone povere europee».
C’è poi anche una seconda emergenza, quella finanziaria. Di Pace ha sottolineato che le risorse governative, cinque milioni (mai arrivati, per altro), da sole non bastano ad affrontare questa situazione di criticità. Per questo motivo è necessario un cofinanziamento da parte degli enti locali. Soprattutto da parte della Regione. Il prefetto ha dunque auspicato il rifinanziamento della legge regionale. Spiega Angelo Burzi, presidente della commissione Bilancio: «Dalla relazione emerge una situazione critica che deve essere affrontata con decisione e sinergia tra tutti gli enti istituzionali coinvolti e con il necessario supporto finanziario. L’impegno della Commissione sarà quello di favorire un dibattito che si spera fecondo di soluzioni da presentare alla Giunta regionale, a partire dalla necessità di rilanciare e rifinanziare la legge regionale per gli interventi a favore della popolazione zingara».
Soldi, circa un milione di euro, che la giunta Cota ha invece azzerato per il 2010. Anche per il 2011 non sono previste misure di sostegno economico da parte del governo di centrodestra. Spiega Mario Carossa, capogruppo della Lega Nord: «Vista la crisi economica e le difficoltà di bilancio che dobbiamo affrontare a tutti i livelli non rientra sicuramente tra le nostre priorità mettere risorse pubbliche a sostegno dei nomadi».
(La Stampa)