Capodanno al Cie di Gradisca
Ultimo dell’anno ad altissima tensione al Cie di Gradisca. Una pesante rivolta si è consumata nella struttura isontina di identificazione ed espulsione nella serata di San Silvestro. La sommossa ha avuto per protagonisti circa 20 immigrati, per buona parte di etnia maghrebina: di questi, ben 7 sono riusciti ad evadere. E almeno sino al tardo pomeriggio di ieri non si è avuta notizia di un loro ritrovamento.
Solo per una fortunata casualità non vi sono stati contusi negli scontri causati dagli “ospiti” del Cie, che hanno bersagliato le forze dell’ordine con un fitto lancio di oggetti. Dalle ricostruzioni delle ultime ore, l’azione è parsa palesemente preparata nei minimi dettagli dagli immigrati.
L’allarme sarebbe scattato attorno alle 20.30, quando un nutrito gruppo di clandestini è riuscito ad uscire dalle proprie camerate nella “zona blu” e a farsi strada nel ventre della struttura. Apparentemente lo hanno fatto senza incontrare alcuna resistenza da parte degli operatori: è stato anzi accertato che alcuni ospiti sarebbero addirittura riusciti a impossessarsi delle chiavi delle porte che separano le stanze dalla zona mensa e dall’area adibita a magazzino.
Altre porte sono state forzate a calci. Giunti al magazzino i “rivoltosi” si sarebbero armati di tutto punto, mettendo le mani su alcuni grossi lucchetti e degli estintori. Altri evidentemente si erano preparati alla sommossa da giorni, riempiendo alcune bottiglie di plastica con sassi e sabbia da lanciare nei confronti degli agenti.
Una volta raggiunto il piazzale esterno che guarda al vicino Cara, l’adiacente struttura per richiedenti asilo, la tensione ha raggiunto il suo climax. Poliziotti, militari e finanzieri deputati alla sorveglianza esterna sono stati raggiunti dagli oggetti lanciati dagli immigrati. Alcuni di loro hanno svuotato addosso alle forze dell’ordine il contenuto degli estintori: due uomini delle Fiamme Gialle sono stati visitati al Pronto Soccorso di Gorizia per escludere intossicazioni.
Approfittando del marasma generale, sette nordafricani come detto sono riusciti a eludere la sorveglianza e – messisi alle spalle anche il Cara – sono riusciti a scavalcare l’alto muro di cinta e far perdere le proprie tracce nella campagna circostante. Ci sono volute alcune ore per ridurre gli altri rivoltosi a più miti consigli. Ma la tensione rimane alle stelle. Secondo i sindacati di polizia, che si occupano della vigilanza perimetrale, all’interno del centro regna l’anarchia.
«L’impressione è che possa accadere nuovamente qualcosa da un momento all’altro – fa sapere Angelo Obit, segretario provinciale del Sap – È molto grave che alcuni ospiti siano stati trovati in possesso delle chiavi. Su questo andranno accertate le eventuali responsabilità, anche se sarà molto complesso. Di certo operatori e forze dell’ordine lavorano in condizioni ormai impossibili».
Il Messaggero Veneto, 3 gennaio 2013