Balconi

Ancora un assedio nelle strade di Borgo Aurora. Cinque camionette di celerini, un paio di macchine di funzionari della polizia politica cittadina, tutta la dirigenza del Commissariato di Porta Palazzo per sbattere fuori di casa gli abitanti della casa occupata di Corso Verona 37: una coppia con una bambina di otto anni, due ragazzi e un po’ di ospiti di passaggio. Una occupazione piccola, ma molto conosciuta in quell’angolo di città, dove da quasi un anno era diventata un punto di riferimento per chi non ce la faceva più a pagare l’affitto e cominciava a domandarsi se e come resistere all’ingiustizia dello sfratto.
L’attacco viene sferrato poco prima delle sette del mattino: gli agenti riescono a sfondare velocemente il portone d’ingresso cogliendo di sorpresa buona parte dei presenti. Ma non va tutto liscio: al piano di sopra in due si barricano nell’appartamento e, contemporaneamente, si sporgono dal balcone minacciando di buttarsi. Gli agenti sono costretti a frenare la corsa e a chiamare i pompieri, la situazione rimane bloccata per più di un’ora e intanto dei piccoli elettrodomestici volano giù dalla finestra. C’è anche la bambina, che presto però viene fatta uscire insieme ad un parente e portata via.
I solidali, arrivati di corsa, sono tenuti a distanza dalla Digos: sono cori, slogan e discorsi al megafono, ma quel tratto di strada non è molto trafficato e non si riesce a far molto di più.
Intanto una occupante, mentre se ne sta sporta fuori dal balcone, parla in diretta con Radio Blackout. Qualcuno tra i nostri ascoltatori più attenti la riconoscerà; è Claudia, vecchia conoscenza del movimento contro gli sfratti in città, arrestata insieme a Marianna e Simona durante l’occupazione dell’Unep del marzo scorso:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2013/12/claudia_sgombero.mp3]
Solo dopo le otto la polizia riuscirà a fare irruzione nell’appartamento, prendendo di peso uno dei due occupanti rimasti. Claudia, invece, finirà sul telone dei pompieri e, dopo un breve passaggio al Pronto Soccorso, verrà accompagnata in Questura.
Poi inizia il solito tira-e-molla da fine sgombero, e la mattinata passa con le infinite trattative qualcuno dei solidali accorsi e gli agenti sugli effetti personali e le masserizie da recuperare. Alla fine la palazzina verrà murata e messa sotto sequestro prima ancora che gli occupanti, finite le pratiche in Questura, possano ritornare in quella che fino a poche ora prima era casa loro a scegliere cosa portarsi via e cosa no.