Di nuovo alle Vallette
3 maggio. Oltre cento persone si ritrovano al pratone delle Vallette per un presidio in solidarietà a Marco e a tutti i detenuti. Per due ore risuona la voce in diretta di Radio Blackout, si fanno cori e si sparano fuochi d’artificio. La polizia schiera i celerini lungo la recinzione esterna del carcere per impedire ai solidali di battere sulle sbarre, ma in campo aperto non hanno le forze per impedire il saluto o disturbarlo in maniera significativa. La maggior parte delle persone si raduna sotto il blocco C dove si trova Marco, mentre un altro gruppo non si inoltra tra le spighe ma si ferma sulla strada che passa dietro al carcere, insieme all’impianto. Dentro non si sente molto rumore: forse i detenuti sono stati trattenuti nelle celle anche durante le ore che dovrebbero essere di socialità per evitare che il casino fuori possa contagiare qualcuno.
Alla fine del presidio arriva la notizia che a Marco è stata cambiata la misura della custodia in carcere con gli arresti domiciliari e quindi sta per essere scarcerato. Alcune macchine si fermano davanti ai cancelli delle Vallette per aspettarlo e riportarlo a casa.