Protesta a Ponte Galeria

 cie3.png

«Ieri, 4 luglio, un gruppo di circa 70 solidali è andato fuori le mura del CIE di Ponte Galeria per sostenere le persone recluse con un presidio durato circa due ore e mezza.

A via Portuense i/le solidali hanno potuto comunicare con le persone recluse nella sezione maschile: tante sono state le voci che si sono alternate per salutare i reclusi, raccontare cosa succede in altri CIE e alle frontiere europee, e per esprimere con grida e cori la solidarietà.

Nonostante la presenza massiccia di forze dell’ordine, appostate anche sul tetto con gli aguzzini di Gepsa, la risposta da dentro è stata subito forte e coraggiosa: grida, battiture e tanta rabbia.

Il presidio si è poi spostato davanti la sezione femminile dove, anche lì, al casino che i solidali hanno fatto all’esterno, da subito la risposta è stata rumorosa e le grida di libertà si sono unite nonostante le mura e le gabbie.

Nella notte, tra le 2 e le 3 e mezza, si è svolta una forte protesta in una parte della sezione maschile del CIE di Ponte Galeria. La causa scatenante è stata l’ennesimo rifiuto di curare un ragazzo che è stato male durante la notte. Il detenuto era in sciopero della fame da due giorni, in protesta contro l’infinita attesa di una risposta per la sua richiesta di asilo politico.

In seguito al malore, stando ai racconti, il ragazzo è svenuto e si trovava in condizioni pericolose anche perché diabetico, i compagni di cella hanno iniziato a gridare alle guardie di acconsentire a farlo uscire per ricevere cure in infermeria. Solo dopo mezz’ora il detenuto è stato portato in infermeria, mentre la rabbia montava. Durante questi momenti, un altro ragazzo che chiedeva informazioni sul compagno in infermeria è stato colpito a freddo da un poliziotto. Dopo questa ennesima provocazione è iniziata una protesta. Protesta che nel giro di poco tempo è diventata forte e molto determinata. Sono stati accesi dei materassi e divelti dei pezzi di muro per difendersi dall’attacco delle guardie che nel frattempo si erano schierate in tenuta antisommossa. A quanto pare la polizia presente al momento non è entrata nelle celle né a contatto diretto con i rivoltosi, “limitandosi” ad usare l’idrante per spegnere il fuoco, e per tenere a distanza i ragazzi, che nel frattempo rispondevano con un lancio dei pezzi di muro procurati in precedenza. Durante le fasi più concitate della protesta, un ragazzo è caduto vicino ad un materasso bruciato, provocandosi un’ustione sul corpo. Preoccupati per le condizioni del ragazzo ustionato la protesta si è momentaneamente calmata. In molti hanno chiamato il 118 per far curare il ragazzo ustionato. Le guardie, come al solito, non hanno fatto niente, fregandosene di ciò che accadeva e provocando coloro che gridavano per un aiuto. La cosa non ci stupisce, ma è sempre bene rimarcare e far sapere quanto l’atteggiamento delle forze dell’ordine presenti a Ponte Galeria esasperi una situazione già di per sé intollerabile. Solo dopo 40 lunghi minuti è arrivata la prima ambulanza, che ha provveduto alle cure minime per un’ustione di primo grado.

Al momento due celle sono state chiuse perché inutilizzabili in seguito alla protesta, e i reclusi sono stati stipati in altre celle. Il ragazzo che è rimasto ustionato invece si trova in condizioni pessime, ancora all’interno del CIE.

Per il momento queste sono le informazioni che abbiamo, arriveranno aggiornamenti nelle prossime ore e in caso di ripercussioni contro i reclusi.

Solo grazie ai presidi solidali e alle relazioni che si rafforzano tra dentro e fuori, possiamo sapere ciò che accade dentro le mura del CIE, tra lotte e repressione.

Fuoco ai CIE, solidarietà con chi si ribella.

Alcuni nemici e alcune nemiche delle espulsioni.»

da Hurrya