In difesa dei 7 nani, 17 misure
4 luglio. “Tutti i nodi vengono al pettine” sembrano dire negli uffici della Procura torinese. Qualsiasi gesto di insubordinazione, minimamente riottoso, capace di interferire la claustrofobica normalità cittadina, con calma, verrà scritto su delle carte, guarnito da narrazioni poliziesche potrà essere materia d’indagine. Nella mattina di giovedì in giro per l’Italia sono stati affibbiati gli arresti domiciliari a sette militanti e comminate le firme ad altri dieci in merito alle contestazioni avvenute attorno al G7 a Torino. Non si tratta di vendetta e neanche un tentativo di boicottare le prossime attività personali o ricreative in programma delle persone coinvolte, ma del rituale svolgimento dell’apparato repressivo, sempre più pronto a spegnere qualsiasi scintilla e ad abbassare l’asticella delle possibilità di “dissentire” praticamente, scendendo in strada, lottando.