Un fuoco al giorno …
L’aria rimane densa ed elettrica nel Cpr di corso Brunelleschi: venerdì durante il temporale un ragazzo ha approfittato della scarsa attenzione di charlie e delle forze dell’ordine per saltare sbarre e muri e conquistare la libertà.
Per quanto i media ufficiali avvolgano in un’aurea di eccezionalità le proteste e gli incendi nel centro, bruciare materassi e i pochi suppellettili rimasti è ormai una pratica consueta, per richiamare l’attenzione e pretendere una risoluzione ai tanti problemi che ci sono dentro, solo in ultimo la mancanza del barbiere. Nei giorni scorsi invece i reclusi ci hanno raccontato di come mancassero dosi di shampoo sufficienti per lavarsi e acqua fresca per dissetarsi.
Gli incendi servono anche per comunicare direttamente con fuori, durante gli ultimi presidi infatti è successo più volte di vedere innalzarsi una colonna di fumo che ha fatto scaldare gli animi dei solidali accorsi e rilanciare le grida di sostegno. Il rogo si è ripetuto anche questo sabato quando le voci, la musica e il clangore delle battiture di uno sparuto presidio fuori dal centro, allestito nonostante la pioggia, hanno raggiunto le orecchie dei reclusi.
Ieri ci è arrivata la notizia che numerosi reclusi hanno gettato il cibo addosso agli operatori, forti del fatto di aver anche ricevuto il giorno prima una grossa mole di pacchi alimentari, raccolti a seguito di un appello lanciato per l’occasione da alcuni dei tanti solidali che si sono mobilitati dopo la morte di Faisal. Lontano da ogni forma di pietismo e assistenza umanitaria questo episodio sottolinea come una lotta possa acquisire maggiore forza nella congiuntura di sforzi tra dentro e fuori: rigettare il cibo della Sodexo senza perdere le energie e mantenendosi lucidi, ossia senza il ricatto della fame, e con la possibilità in prospettiva di organizzarlo per più giorni e in modo duraturo.
Continuando in questa carrellata attraverso il fine settimana, da sabato sera fino a tutto domenica un ragazzo è rimasto arrampicato sopra il tetto della sezione per resistere a una deportazione. In isolamento è trattenuto un ragazzo con forti problemi mentali, preoccupando molto altri reclusi che lo hanno visto senza vestiti.