Cpr, così fan tutti
Rivolte su rivolte, sono queste ad aver dato il ritmo agli ultimi sei mesi dentro al Cpr di c.so Brunelleschi: un poco alla volta o con vampate più incandescenti, il centro è per l’ennesima volta pressocché distrutto. Non di un motto si tratta, non di retorica, quando si urla là fuori che quella gabbia deve bruciare è perché i reclusi delle prigioni per irregolari hanno dimostrato in ventidue anni di detenzione amminitrativa che è un afflato comune, che si ripete nonostante cambino gli “ospiti”, che esplode nonostante la minaccia della repressione, che continua a indicare con rotta chiara la direzione per la libertà, senza permessi o domandine.
Nelle ultime settimane l’amministrazione del centro ha continuato a tenere alto il numero dei detenuti, circa cento, nonostante due aree fuori uso, e da ciò che si vede dentro dentro forse già in ristrutturazione; così le salette da pranzo sono state trasformate in camere e coperte ammassate hanno fatto da letto. Dopo la rivolta di domenica, con ulteriori danneggiamenti all’area verde e rossa, la situazione si è fatta ingestibile e dunque sono avvenute alcune liberazioni per mancanza di spazio, quelle di cui si è certi sono sei, qualcuno invece purtroppo è stato espulso. Ad oggi ci sono dunque solo tre stanze aperte all’area blu e una alla bianca, per un totale di trenta posti.
Dei sette ragazzi portati alle Vallette, uno è stato ricondotto subito in c.so Brunelleschi, gli altri si sono visti appioppare un processo per direttissima con udienza rinviata ad aprile e conseguente ritorno “express” al Cpr in regime di isolamento e senza telefono, questione di non poco conto.
In attesa di nuove informazioni è necessario sostenere questa dimostrazione di libertà con un presidio sotto alla prigione per senza-documenti torinese, in concomitanza ai presidi sotto al Cpr di Gradisca (recentemente riaperto) e di Ponte Galeria.
Appuntamento sabato 11 gennaio alle 16 h in c.so Brunelleschi all’angolo con via Monginevro, la biciclettata prevista da Piazza Castello è invece annullata.
Finché i posti rimasti arrivino a 0, perché di tutte quelle gabbie solo macerie.