Segnali
Se nessuno, goveno in primis, sembra sapere quando arriverà il tanto atteso picco dei contagi, sembra stia invece avvicinandosi quello dell’insofferenza verso una situazione che giorno dopo giorno diventa per tanti, sempre più invivibile. All’impossibilità di uscire di casa senza sentire il fiato sul collo di polizia, carabinieri e militari, alla sensazione di essere diventati tutti dei comodi capri espiatori utili da additare come untori per coprire le incapacità mostrate dalla macchina statale, inizia ad aggiungersi, pressante, il problema di come mangiare. E sì, perchè dopo diverse settimane ormai in cui son venuti meno gli abituali modi per mettere qualche soldo in tasca, per molti, e sono numeri destinati a crescere, emergenza sanitaria e economica iniziano a intrecciarsi in un mix esplosivo. E poco o niente contano le balbettanti misure prese a riguardo dal governo. casse integrazioni in deroga, fondi speciali di 9 settimane e assegni di 600 euro sono destinati solo ad alcune categorie e non si sa bene con che tempi arriveranno. Anche il reddito di quarantena di cui si sente parlare da più parti, a sinistra, comporterebbe gli stessi problemi, qualora si riuscisse a ottenerlo raggiungerebbe infatti soltanto le tasche di una parte di chi se la passa peggio e ci vorrebbero comunque tempi notevoli dalla sua approvazione a che venisse stanziato.
Soluzioni parziali, tortuose e quanto mai lente insomma, cui sembra stiano iniziando a sostituiris misure ben più pragmatiche, all’insegna di una parola d’ordine universale, alla portata di tutti e immediata: gratuità. C’è chi si organizza in maniera più accurata e accorta e assalta un tir di generi alimentari saccheggiandolo; chi promuove, a quanto pare, una pagina su facebook per poi ritrovarsi in un supermercato a riempire i carrelli e provare, ahinoi senza successo, ad uscire senza pagare. Salvo poi costringere di riffa o di raffa il supermercato, in accordo coi Carabinieri, a distribuire nei giorni seguenti buoni da 50 euro per la spesa, così da sedare i bollenti spiriti. E ci saranno poi tanti, c’è da esserne certi, protagonisti di fatti simili di cui non siamo venuti a conoscenza. Di certo le autorità non hanno alcun interesse a che si pubblicizzino questi fatti, con l’aria che tira ci vuole poco che si crei un effetto domino una volta che esempi di questo tipo salissero alla ribalta, un po’ come acccaduto nelle carceri, del resto. E un simile scenario creerebbe non pochi problemi a lorsignori visti i compiti extraordinari di controllo del territorio in cui sono impegnati militari e forze dell’ordine, e con la crescente tensione nelle carceri che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Ben difficilmente si potrebbero allora schierare preventivamente, come a Palermo, reparti mobili davanti a tutti gli ipermercati….
Segnali significativi poi, di quello che potrà accadere più in là, quando la situazione sanitaria rientrerà, almeno per un po’, in una certa normalità, arrivano dalla regione dell’Hubei focolaio iniziale del Covid19, dove ieri è scoppiata una rivolta contro le autorità e le forze dell’ordine che continuano a imporre rigidi controlli sugli spostamenti.