Multe e abbonamenti

23 giugno. In mattinata, un gruppo di antirazzisti si raduna davanti alla sede cittadina della Gtt per denunciare la complicità dell’azienda di trasporto con il sistema delle espulsioni e con i recenti rastrellamenti sui tram torinesi. Quasi subito gli uomini della Digos consigliano agli impiegati dell’ufficio riscossione multe di chiudere i battenti. Loro eseguono e per tutta la mattina sulla serranda rimarrà esposto un cartello che recita: «L’ufficio multe è chiuso perché, almeno oggi, l’azienda si vergogna».
Non appena gli antirazzisti si avvicinano all’entrata dell’ufficio abbonamenti, invece, i segugi del vicequestore Petronzi (nella foto) tentano un colpo basso. Una fulminante indagine, difatti, aveva permesso loro di individuare chi tra i contestatori aveva omesso di pagare il parcheggio e sperano che la minaccia di sanzioni stratosferiche possa bastare ad intimidirli. Ma gli antirazzisti non si scompongono e passano le due ore seguenti, armati di megafono e pazienza, a spiegare alla gente in coda le responsabilità dell’azienda. Per il resto, una mattinata di striscioni, volantini e amplificazione scatenati.

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