Tabaccai
Il cinque di maggio passato, una rapina ad un tabaccaio di Santa Rita. Viene aggredito mentre deposita l’incasso del giorno nella cassa continua di una banca. Reagisce, e gli aggressori lo accoltellano senza farsi tanti problemi.
Si scatena la caccia, sia poliziesca che mediatica. Nessuno sa bene chi cacciare, però, e gli investigatori stessi brancolano nel buio. Così i mass-media hanno le mani totalmente libere per inventarsi un po’ quello che gli pare. Non tanto a cazzo, ovviamente, ma secondo la logica che più conviene loro.
Le domande sono: gli assassini, sono italiani o sono stranieri? Si risponde: certamente banditi stranieri! – magari dell’est, che sono più cattivi. In subordine: balordi italiani – tossici senza dubbio, magari pronti a investire il bottino in festini sensazionali a Tossik Park. Senza dimenticare il leit-motiv di quei mesi là: italiani o stranieri che siano, gli assassini sono senza dubbio pluripreguidicati, tornati in strada grazie all’indulto. Madonna, l’indulto!
Passano i giorni e, mentre gli investigatori continuano a brancolare nel buio, si afferma la verità dei giornali: titolo dopo titolo, editoriale dopo editoriale.
I fascisti hanno gioco facile. Si fanno vedere al funerale, organizzano una fiaccolata, riempiono il quartiere di scritte. Forse il morto era uno dei loro, sta di fatto che ci provano a cavalcare l’emergenza, la caccia a non-si-sa-bene-chi-ma-che-sicuramente-è-straniero-tossico-indultato. Sono le prime uscite veramente pubbliche di Forza Nuova in città. I soliti discorsi: pena di morte, frontiere chiuse, più polizia. Tirano la corda finché possono, poi la gente del quartiere non li segue più, e rimangono soli con la famiglia del morto – che forse era proprio uno dei loro. Non era ancora venuto il loro tempo, a maggio. Oggi chissà.
Ieri mattina hanno arrestato due italiani, un tubista e un barista. Sono accusati di essere una roba a metà tra i “mandanti” e i basisti del fattaccio. Insomma, avevano studiato i movimenti del morto e hanno provato a commissionare il colpo a destra e manca, finché non hanno trovato qualcuno – che non si sa ancora chi è – disposto ad eseguire e a dar loro la stecca.
Ieri sera, nella redazione di un noto quotidiano torinese, il direttore è un po’ imbronciato. «Italiani! Che sfiga, erano italiani. Neanche tossici. Certo, uno dei due è un bel pregiudicato… guarda qui che lista che c’ha sul groppone. Vai di indulto, allora! No, no, aspetta un attimo… è uscito… è uscito… ma porca Madonna, questo è uscito prima dell’indulto! E no! E mo’ che cazzo scrivo?».
Riflette. Si gratta la testa. Poi comincia a scrivere: «Che la vita in questa città valga poco, lo si legge a caratteri cubitali proprio qua sopra, in prima pagina. E l’arresto dei due mandanti dell’assassinio di Claudio Monetti, morto per un fendente al cuore perché non voleva mollare l’incasso della giornata ai balordi che lo minacciavano, ne è la riprova drammatica. E dimostra come la vecchia guardia abbia una facilità straordinaria ad assoldare criminali disposti a tutto per un mazzetto di banconote. Quei criminali che il decreto sulle cosiddette espulsioni facili avrebbe dovuto impacchettare a plotoni e rispedire al mittente, e che invece lascia circolare liberi e sereni. A Torino, per dirla tutta, la burla è anche più pesante che altrove: abbiamo avuto la forza, in un grande dispendio di mezzi ed energie, di espellerne due. Poco importa che, tanto per ripassare qualche numero, siano 405 gli stranieri comunitari arrestati in città negli ultimi dieci mesi e addirittura 2 mila e duecento quelli indagati a piede libero. Se ci aggiungiamo gli oltre duemila romeni e zingari che vivono in bidonville campi abusivi, il conto è salato, preoccupante.».
Il direttore sorride e si stiracchia un po’. «Che ganzo che sono, pure gli zingari ci ho messo in mezzo.»