Come in un canile
24 maggio. Nel CPT di corso Brunelleschi un immigrato viene lasciato morire nel suo letto, forse di polmonite. Nonostante le richieste di aiuto dei suoi compagni di cella, le guardie e la Croce Rossa lo lasciano nel letto con la bava alla bocca. “Qui siamo come in un canile, dove se abbai nessuno risponde”, dicono altri reclusi nel CPT. E gli agenti sono tutti in allerta, perché tanti reclusi hanno annunciato uno sciopero della fame, per tentare di rompere il silenzio. Nelle stesse ore, un altro straniero ha tentato la fuga: preso dalle guardie è stato massacrato di botte e viene ricoverato in ospedale. Ai medici la polizia spiega che si è fatto male da solo, cadendo. Quando lo riportano al CPT ha il mento rotto, la schiena piena di lividi, entrambi i polsi rotti e non riesce a camminare.
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