Carossa a casa

25 giugno. Il comitato spontaneo di via Cecchi annuncia di aver invitato per il pomeriggio il consigliere comunale Carossa a farsi una passeggiata in zona. La voce di questa visita si spande in poche ore e alcuni antirazzisti annunciano di voler accogliere Carossa a modo loro. Quando, nel pomeriggio, i giardinetti di via Cecchi si riempiono di uomini della Digos e celerini e quando cominciano ad arrivare i primi antirazzisti, il leader del comitato si spaventa e chiede a Carossa di rimanersene a casa. La giornata si chiude con centinaia di volantini appiccicati sui muri e telefonate incazzate dell’ufficio stampa leghista al leader del comitato che, intanto, assicura agli antirazzisti che lui «non voleva far politica» ma denuncia sociale e che, invitando il consigliere comunale, sperava di dare spazio alla sua battaglia contro «le buche nel manto stradale» e i «giochi dei giardinetti», che sembrano fatti per bambini «di serie B».