Un appello da Milano
Noi detenuti di via Corelli siamo in lotta dal 5 luglio contro la nostra carcerazione nel CPT di Milano.
Il nostro crimine è quello di non avere un documento che lo Stato italiano non ci concede, e quindi rivendichiamo per tutti il diritto alla libertà.
Vogliamo contrastare la campagna razzista che attraversa l’Italia, denunciare il carattere fascista del pacchetto sicurezza che discrimina, criminalizza e reprime tutti gli immigrati.
Noi non lottiamo per qualche miglioramento qui dentro. Noi ci battiamo per la chiusura dei CPT.
Tutti devono sapere la profonda ingiustizia che stiamo subendo qui dentro:
Persone, costrette a lavorare in nero, prelevate direttamente dal posto di lavoro.
Persone in possesso di documenti regolari e rinchiuse perché ancora in attesa di un rinnovo.
Persone a cui non è stata convalidata la detenzione, riportate in questura per un nuovo decreto di espulsione, convalidato poi dal giudice successivo.
Tutti devono sapere che qui si subisce un clima costante di razzismo, intimidazione e violenza.
Cibo scarso e di qualità scadente. Condizioni igieniche inaccettabili.
Assistenza sanitaria inesistente, in particolare a malati di Aids a rischio di vita.
E ogni nostra osservazione su queste cose serve scatena la reazione rabbiosa della polizia e della Croce Rossa, che non interviene per curare le persone.
Per tutti questi motivi continueremo la nostra agitazione a oltranza e facciamo appello a tutti gli antirazzisti perché sostengano la nostra lotta in nome dei principi di giustizia, uguaglianza e dignità umana che devono essere garantiti a tutti e senza condizioni.
Milano, 8 luglio 2008