La libertà d’espressione, civile ed educata

25 luglio. Kermesse leghista, a Venaria, all’Area Feste della Reale e, come per incanto, i muri adiacenti si riempiono di scritte, adeguatamente antirazziste e antifasciste. I giornali riportano: “Via la Lega dal pianeta”, “Lega infami”, l’immancabile “Borghezio maiale”, e “L’antifascismo non si arresta”. I leghisti la prendono malissimo e per bocca di Alessandro Benvenuto – segretario venariese del Carroccio nonché responsabile del Movimento dei Giovani Padani – accusano gli ignoti autori di attentare alla “libertà d’espressione”. Alle sue grida costernate si aggiungono quelle di Giovanni Santin, presidente dell’Anpi locale, che ha la sua sede a pochi metri dal luogo della festa – e dalle relative scritte. Preoccupato per il buon nome suo e dei suoi associati, assicura di non essere lui il writer antirazzista che avrebbe “profanato il civile ed educato vivere” dell’associazione partigiana in paese. Come sempre succede in casi come questi, nessuno degli urlatori di cui sopra si è mai chiesto quanto sia “educato e civile” proporre di prendere le impronte digitali ai bambini né perché la gente senza documenti non si senta molto “libera di esprimersi” mentre viene imbarcata a forza in una aereo. Ma tant’è, l’importante è salvare il quieto vivere di paese e l’illusione di una vecchiaia serena.

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