Sabbia
Le frontiere sono linee invisibili che puoi valicare con un passo. Poggi il piede e sei un altro – o sei morto.
Le frontiere sono linee. Invisibili, soprattutto se tracciate in mezzo ad un deserto. Ma c’è un di qua e un di là anche tra un granello di sabbia e quello che gli sta accanto.
A vigilare sui granelli di sabbia libici, e sui passi che li scavalcano, ci penserà una grande azienda italiana: la Finmeccanica. Se le aziende avessero una coscienza, la coscienza di Finmeccanica sarebbe già nera d’inferno ancor prima di iniziare a progettare il sistema di controllo elettronico che impedirà agli scampati dei disastri centroafricani di cercare sorte migliore verso il mediterraneo – respingendoli in mezzo al deserto. Ma le aziende una coscienza non ce l’hanno, e non ce l’avranno mai.
Come sempre, allora, tocca a noi.
Ascolta Gabriele del Grande, del sito Fortress Europe, che illustra ai microfoni di Radio Black-Out il testo dell’accordo tra Italia e Libia.
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2008/10/frontiere-invisibili.mp3]
Per saperne di più sul rapporto tra la sabbia del deserto libico, Porta Palazzo e il giudice Padalino, leggi anche:
Gheddafi, Lampedusa, Porta Palazzo
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