Si chiude?

5 marzo. Forse l’ultimo incontro tra Indesit e sindacati per discutere della chiusura dello stabilimento di None. Nonostante la pioggia, anche questa volta più di 300 lavoratori raggiungono Torino e arrivano in corteo da Porta Nuova fino all’Unione Industriale. Una manifestazione più nervosa del solito, molto rumorosa grazie a trombette e fischietti, condita con lanci di petardi e pesanti insulti verso i dirigenti aziendali responsabili della chiusura, in particolare Massimo Rosini (Direttore Tecnico) e Marco Milani (Amministratore Delegato). Dopo appena un’ora, esce un sindacalista con la notizia che tutti si aspettavano, ma nessuno voleva sentire: “Si chiude”. A quel punto esplode la rabbia e un gruppo di operai cerca di entrare nell’Unione Industriali. La polizia, preventivamente schierata in forze davanti all’ingresso, assesta qualche manganellata per respingere l’assalto. Cinque minuti di tensione, spintoni e insulti che finiscono con un paio di operai leggermente feriti. A quel punto escono i funzionari sindacali, per cercare di riportare la calma. E ce n’è anche per loro: ancora tensione, spintoni e insulti, questa volta contro i sindacalisti accusati di essere dei “venduti”. Qualche bandiera stracciata e poi torna la calma, quando una delegazione di quattro lavoratori viene fatta entrare per seguire da vicino le trattative. Ma la musica non cambia e l’azienda conferma la chiusura. Gli operai se ne tornano a None, incazzati e pessimisti, ma si sente già parlare di uno sciopero in tutti gli stabilimenti Indesit della penisola, con corteo nazionale a Torino.