Efficiente e bastardo, maroniano

Una nuova modalità per le espulsioni dal Centro di corso Brunelleschi, una modalità che potremmo definire maroniana. Verifiche di identità ridotte all’osso, voli diretti fatti un po’ a caso, e senza tante menate. Quando ti abbiamo fermato per strada hai detto di essere del Gabon? Bene, ti ci mandiamo di filato, tanto i consoli stanno zitti e non si fanno grandi problemi. Se poi in realtà sei nigeriano e ti ritrovi in un paese mai visto prima dove non conosci nessuno sono fatti tuoi. Oppure, ancora, dici di essere scappato dalla guerra? Siamo bravissimi a tapparci le orecchie, e a rimandartici a forza in mezzo alla guerra. Il Centro deve macinare vite e storie, sempre più veloce. Altrimenti il tritacarne delle espulsioni – in questi giorni di retate continue in città – si inceppa e rischiamo di far viaggiare a vuoto le camionette degli alpini.

Lo stesso meccanismo industriale dei rimpatri all’ingrosso fatti in questi giorni in mezzo al Mediterraneo. Efficiente e bastardo, come il Ministro che lo ha ordinato.

Ascolta l’intervista raccolta questa mattina da Radio Blackout:

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2009/05/efficienza-al-cie.wav]

Intanto continua la solidarietà esterna. Come avete sentito, i reclusi raccontano di aver visto e sentito fuochi d’artificio ieri sera, oltre le gabbie, e urla di libertà dirette proprio a loro. Poco dopo il racconto radiofonico, però, arriva la ritorsione. Poliziotti, cani, scudi e manganelli circondano le gabbie. Niente violenza, per carità: gli basta ringhiare, agli uomini del Ministro e perquisire le gabbie una ad una.

Ancora una volta, in diretta su Radio Blackout:

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2009/05/la-perquisa.mp3]

Dopo un po’, fuori onda, in un altro contatto con dentro, si capirà cosa cercavano, i cani del Ministro: non fiutavano né droga né armi, ma le famose pallette da tennis usate dagli antirazzisti solidali per fare volare i messaggi dentro alle gabbie.