Porta Palazzo

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3 luglio. Un gruppo di antirazzisti si raduna nel tardo pomeriggio a Porta Palazzo e, tirandosi dietro un impianto di amplificazione semovente e traballante, comincia a girare il quartiere con una serie di presidi volanti. Non mancano gli argomenti dei quali parlare. Intanto dell’approvazione del “pacchetto sicurezza”, con tutto quel che ne consegue. Poi della necessità di resistere ai rastrellamenti ed ai controlli che tante volte spazzano il quartiere. Poi, ancora, della lotta contro l’allungamento a sei mesi della detenzione nei Cie, iniziata con lo sciopero della fame in via Corelli a Milano solo qualche ora prima. Il caldo è opprimente, e i radi abitanti del quartiere che sono in strada approfittano dell’incontro per raccontare le proprie storie: chi aspetta lo sfratto da un momento all’altro, chi ha avuto un amico pestato a freddo dalla polizia, chi non riesce a rinnovare il permesso di soggiorno e rischia la clandestinità di giorno in giorno. Arrivati in piazza gli antirazzisti si raggruppano ed alcuni di loro riproducono un grosso murale contro le espulsioni sul fianco del Palafuksas. Alla faccia della digos e della polizia, che si tengono a debita distanza, circospetti e silenziosi.

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